Covid-19. In Regione Piemonte grandi manovre per “fase 2” e new deal della Sanità

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Ieri sera, domenica 19 aprile, dopo alcuni giorni di assenza, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio è tornato a registrare un videomessaggio sulla sua pagina Facebook per fare il punto della situazione sull’emergenza Covid-19.

Oltre a snocciolare dati su contagi, guarigioni, decessi e curve epidemiologiche, Cirio ha parlato anche della cosiddetta fase 2, ovvero quella della ripartenza, a scaglioni, dal 4 maggio in avanti. «Abbiamo sposato la linea del rigore già dall’inizio, è una linea che sta costando molta fatica e molti sacrifici, ma credo che sia stata fondamentale e che dobbiamo avere la forza di mantenere pur avendo la mente pronta alla riapertura. Stiamo lavorando da diversi giorni con il Politecnico di Torino che ha stilato una serie di linee guida per consentire alle attività produttive di ripartire in sicurezza. E stiamo cercando di creare un modello Piemonte da proporre anche al resto del Paese. Tutti quanti noi abbiamo bisogno di una prospettiva certa e dobbiamo farci trovare pronti per quando i medici ci diranno che possiamo ripartire».

Poi ha annunciato anche una fase 2 perla sanità piemontese: «I nostri ospedali devono tornare alla loro normale operatività, perché non ci si ammala solo di Coronavirus. Quindi è necessario liberare posti letto da quei pazienti che hanno superato la fase acuta ma sono ancora in convalescenza. Questa è la logica con la quale abbiamo aperto le OGR (Officine Grandi Riparazione, ndr) con 90 posti letto. In dodici giorni abbiamo costruito la struttura che oggi ospita già dieci pazienti. All’interno delle OGR ci sono anche 30 letti di terapia sub-intensiva e 2 di terapia intensiva nel caso di eventuali aggravamenti. Una volta smantellato, quando l’emergenza sarà finita, questo “ospedale da campo” sarà recuperabile per l’80% dei sui beni e resterà di proprietà della Regione Piemonte e della Protezione civile. Stesso discorso e stessa logica per l’ospedale di Verduno».

Il Presidente Alberto Cirio

L’esperienza della Regione Veneto ha dimostrato che il contenimento del virus doveva necessariamente passare dalla medicina di territorio. Anche su questo il presidente Cirio ha annunciato una sorta di new deal della sanità regionale: «Abbiamo costituito una task force guidata dal ex ministro della Salute, il dottor Fazio, per ricostruire la medicina di territorio. I numeri del Veneto sono inferiori ai nostri perché lì la medicina di prossimità è storicamente forte. E serve a fare da filtro sulle necessità dei malati per prevenire e curare meglio le persone direttamente a casa. Quello che abbiamo chiesto alla nuova task force è individuare le azioni immediate da attuare per riattivare questa rete che in Piemonte, da troppi anni, è stata trascurata».

Orti urbani. Giusto ieri, il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha riaperto gli orti urbani e la Regione Piemonte non ha mai emesso ordinanze al riguardo, non discostandosi da quanto disposto dal governo. Nessuna restrizione ulteriore rispetto a quanto previsto a livello nazionale.

«Però attenzione, la questione degli orti deve essere molto chiara a tutti – ha ammonito il Presidente -. L’orto è un posto in cui si può andare da soli e per motivi di auto sostentamento, cioè per le proprie esigenze personali. Non può essere il giardino della seconda casa, questo è molto chiaro nella norma. Gli orti sono quelli che spesso si trovano nella cintura della città, dove da oggi è permesso andare, anche se per raggiungerli si deve uscire dal Comune di residenza».

Infine, Cirio ha annunciato la rimodulazione del cosiddetto “Piano di competitività” predisposto dalla sua giunta per il rilancio del Piemonte e di cui era prevista la presentazione a febbraio. «Abbiamo preso tutte le risorse che avevamo messo su questo piano e le stiamo destinando alla ripartenza della Regione. Ci sono misure per le attività produttive, vere, serie: per i bar, i ristoranti, i commercianti, per tutti quelli che hanno subito maggiormente la crisi. Ci sono anche misure per le nostre famiglie, soprattutto per quelle che hanno dovuto tenere i bambini a casa ed affrontare così maggiori oneri. Poi misure legate alla cassa integrazione in deroga. Stiamo definendo gli accordi con le banche per anticiparne l’erogazione e anticipare i tempi dell’INPS. Insieme all’assessore Elena Chiorino stiamo definendo  una misura specifica per tutti quei soggetti che rischierebbero di rimanere fuori da ogni aiuto: penso alle colf, ai lavoratori stagionali, a tanti altri lavoratori che rischiano davvero di rimanere senza stipendio».

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