Neo mamme. Allattamento e rooming-in: alcune riflessioni di Bianca Masturzo, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia

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Finalmente è finito il travaglio, finalmente arriva il momento più atteso, il più sognato e perché no? il momento che ha fatto anche paura, a volte tanta paura: l’arrivo del neonato. L’incontro. L’atterraggio su questa terra di quel cucciolo tanto atteso. Pianti liberatori, occhi lucidi, abbracci, papà confusi e felici, mamme stanche, doloranti, esauste e incredule, nonni in trepidazione fuori dalla sala parto, cellulari attivi, fotocamere pronte, messaggi WhatsApp a cascata… è nato, è bellissimo, la mamma è stata fantastica, il papa non è svenuto, pesa 3.000gr, ha pianto subito, non ha pianto subito, l’ostetrica ci è stata vicino, ci sosteneva, il medico era simpatico, antipatico, capace, incapace…

Poi il silenzio, il momento della consapevolezza… è nato, è qui, cambierà la nostra vita, sarà meraviglioso, ma… sarò in grado? Però dai, è fatta! Ce l’ho fatta!

La dottoressa Bianca Masturzo

Ed ecco lì, una nuova sorpresa, proprio dietro l’angolo, non sempre valutato e ragionato arriva lui: L’ALLATTAMENTO. L’allattamento e il rooming-in*. Una coppia che funziona, che ha molti vantaggi per mamma e neonato. Un’unione vincente, cercata, voluta e sostenuta da ostetriche, ginecologi e pediatri. Cercata e voluta dalle neomamme. Finalmente tutti d’accordo.

In questi giorni se ne parla tanto, un episodio drammatico avvenuto all’ospedale Pertini di Roma ha rimesso tutto in discussione.

Da ginecologa, da mamma, vorrei fare qualche riflessione.

Il rooming-in funziona ed è un grande valore aggiunto se viene fatto con buon senso, funziona se c’è un personale che può assistere le neomamme nelle prime fasi del loro nuovo ruolo, dell’allattamento, della vita a due. Allattamento e rooming-in iniziano in ospedale ma continuano a casa. E’ un connubio che va capito, conosciuto e gestito.

Funziona se c’è una neomamma che non si sente osservata, esaminata e giudicata perché è stanca, perché vuole dormire, perché non se la sente di alzarsi perché i punti di sutura tirano e fanno male.

Funziona se le cose le fai perché vuoi e non per non deludere il personale sanitario che ti assiste, la zia, la nonna, la mamma, la suocera, il marito…

Funziona se una donna (perché è una donna prima di essere una mamma o neomamma) riesce a dire cosa desidera, cosa non le sta bene al di la di cosa vorrebbero tutti gli altri per lei e da lei.

Funziona se una donna è in grado di dire liberamente che non si sente ancora capace di assistere il suo neonato, che è drammaticamente stanca, dolorante esausta e vorrebbe dormire un po’.

Funziona se non senti frasi come: “Ma come fai a non volere tuo figlio qui?”, “Ma davvero preferisci dormire piuttosto che allattare?”, “Ma lo sai che io ho cresciuti tre figli e dal momento in cui sono  nati non ho più sentito la stanchezza?”, “Davvero non lo vuoi in camera? Ma lo volevi davvero questo bambino?”, “La tua vicina di letto ha il bambino con sé da subito, tu che problema hai?”

Ecco, allora funziona. Come sempre le cose funzionano se sono fatte con il cuore e non filtrate dal giudizio che sentiamo incombere su di noi.

Voglio dire alle neomamme che vale cosa vogliono, che vale non sentirsi performanti, che vale dire che si è stanche e che si vuole dormire, vale dire “non me la sento”. Vale, è legittimo e noi siamo qui ad ascoltare e a capire.

Dirigo da un anno e mezzo la Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Biella, ho un personale medico ed ostetrico professionale, capace, instancabile e accogliente.

Possiamo accogliere e supportare le donne nella fase di travaglio e dell’allattamento con attenzione, professionalità ed empatia. Abbiamo una personale al completo (regalo raro in questo periodo!). Il rooming-in, come in molti punti nascita è sostenuto, voluto e funziona, ma una volta di più vorrei sottolineare che “funziona” non vuol dire che non c’è alternativa, vuol solo dire che funziona se alle donne va bene.

Dopo il parto, nel puerperio vale una donna serena e riposata, non una mamma performante a tutti i costi. Vale una donna “umana”, non una mamma bionica che non può deludere. Non c’è nessun esame da superare, c’è solo una nuova vita che arriva e che scombina meravigliosamente tutto, e nel vortice di
sentimenti, felicità e paura, dire “sono stanca, ho sonno” è il segno che siamo sulla strada giusta.

Dott.ssa Bianca Masturzo – Direttore S.C. Ostetricia e Ginecologia Ospedale di Biella

*Cosa vuol dire rooming-in?

Praticato ormai in molti ospedali, il rooming-in, cioè la possibilità di tenere vicino il proprio neonato fin dai primi momenti di vita, ha molti benefici, a patto che questa opportunità non venga imposta e che la neo mamma non si senta abbandonata a se stessa.

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