Cossato. Fallimento Tessilstrona, Gruppo consiliare e Circolo PD: “Non lasciamo i dipendenti e le loro famiglie da soli”

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La crisi economico-sociale causata dalla pandemia non ha risparmiato il Lanificio Tessilstrona srl di Cossato, che nei giorni scorsi ha dichiarato fallimento. Ora la palla passa al curatore fallimentare, che dovrà decidere, tra le altre cose, se attivare o meno gli ammortizzatori sociali per quei lavoratori che non hanno ancora trovato alternative valide alla loro precedente occupazione nell’azienda cossatese.

In merito a questa delicata e complessa situazione, pubblichiamo quanto evidenziato dal Gruppo consiliare e dal Circolo PD di Cossato sulla pagina Facebook.

Abbiamo saputo in questi giorni che Tessilstrona, di cui già ci eravamo occupati più di un anno fa per esprimere solidarietà e per far notare la differenza tra una proprietà che (pur nelle difficoltà) non era fuggita dalle sue responsabilità nei confronti dei lavoratori a differenza del caso “Brandamour”, ha definitivamente dichiarato il fallimento.

Non abbiamo tutti i dettagli della vicenda, sappiamo comunque che sarà il Curatore fallimentare ora a valutare se attivare gli ammortizzatori sociali ancora possibili per quei lavoratori che ancora non hanno trovato alternative.

Tessilstrona è l’ennesima realtà del nostro territorio vittima della crisi economica, e questo non può che preoccuparci. Siamo vicini ai lavoratori e alle loro famiglie, come lo eravamo quando avevamo chiesto all’Amministrazione di valutare insieme a Cissabo e agli enti preposti di rafforzare le misure a sostegno di chi tra i lavoratori residenti si trovasse in condizione di non avere nessun reddito vista l’incertezza dei pagamenti anche quando la Cassa integrazione c’è e viene attivata.

Non è stato finora il caso di Tessilstrona, appunto. Lo è stato nel caso di Brandamour, ma l’Amministrazione allora preferì bocciare la nostra mozione facendo finta di non capirla: per fortuna fu la solidarietà della gente e dei lavoratori di altre fabbriche a tenere in piedi intere famiglie.

Ci affidiamo quindi al buon senso del Curatore e confidiamo nell’impegno di chi, amministrazione, sindacati, ex proprietari, hanno lavorato, stanno lavorando e lavoreranno sul tema in questione. Non lasciamo i dipendenti e le loro famiglie da soli e senza sostegno economico.

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