Salute. Liste d’attesa e ospedale al collasso, il PD Biellese punta il dito contro Regione e ASLBI: “Solo proclami e la situazione non cambia”

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da Greta Cogotti, referente Tavolo diritti della segreteria provinciale PD Biellese, e Rita De Lima, referente Tavolo welfare e sanità. Mirino puntato sulle criticità, ormai note davvero a tutti, emerse all’interno del sistema sanitario regionale, che a cascata ricadono sui territori: liste d’attesa infinite, ospedali al collasso per mancanza di organico, sovraccarico del personale sanitario che deve garantire il servizio sostenendo turnazioni massacranti. Queste ultime, a loro volta, generano stress e malcontento inducendo tanti medici e sanitari a “cambiare aria”. Certo, al cittadino/paziente resta sempre la possibilità di rivolgersi ai privati…

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ci riprova. Soluzioni miracolose per abbattere le liste d’attesa. Come le aveva trovate tre mesi fa, o come le aveva trovate a fine 2021.
Azioni concrete? Nessuna.

Le destre piemontesi che hanno vinto le elezioni con lo slogan “prima gli Italiani” ora stanno abbandonando i cittadini, privandoli del diritto alla salute costituzionalmente garantito.

Gli ospedali sono al collasso, le ASL non riescono più a far fronte alle richieste, i medici non sono sufficienti.

Da mesi il Partito Democratico Biellese continua a lanciare proposte, ma queste non vengono nemmeno prese in considerazione.

Le risposte che puntualmente vengono fornite dalla direzione dell’ASLBI sono negazioniste, ovvero si nega che esistano problemi, con le liste d’attesa e/o con i finanziamenti.

Durante i nostri incontri nelle piazze biellesi abbiamo raccolto informazioni, proteste, racconti di molte persone. Con i volantinaggio, abbiamo inviato a tutti i giornali le nostre rimostranze ma anche le nostre proteste. Risposte? Tanto per cambiare… solo negazioni.

Come se le persone non sapessero, non vivessero sulla loro pelle le difficoltà.

Dallo scorso anno la giunta Cirio proclama che saranno stanziati dei soldi, ma o non sono stati stanziati, o peggio ancora, non hanno prodotto gli effetti sperati.

C’è necessità di personale qualificato, con contratti a tempo determinato: è ora di assumere e fare in modo che i servizi vengano garantiti.

Perché non prendere esempio da altre regioni, in cui sono state sospese le visite a pagamento in modo da garantire maggior disponibilità da parte del personale medico? In questo modo è stato possibile accelerare le visite e sfoltire realmente le liste d’attesa.

Certo, è una decisione impopolare ma non è per sempre, e a quel punto si agevolerebbe una risposta celere a tutto vantaggio delle persone.

Servono investimenti, ci mancherebbe, ma la prima cosa che la Regione deve fare è organizzare e programmare.

I servizi sono in difficoltà dall’inizio della pandemia, il pronto soccorso perennemente in affanno, mancano i medici, il territorio e in grave difficoltà ed è alla Regione che spetta la riorganizzazione affinché tutto funzioni nel miglior modo possibile.

La programmazione è fondamentale: bisogna avere idee e visioni, che il centrodestra non ha, o meglio, forse, è fin troppo chiaro il disegno che sta servendo ai cittadini piemontesi: privatizzare la sanità.

Il Partito Democratico non è assolutamente d’accordo. Ritiene che la sanità debba continuare ad essere un diritto che deve essere garantito, e per questo deve rimanere pubblica.

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