Privacy e big data. L’Italia si adegua a standard europei: con la Legge di Bilancio arriva l’Istituto italiano di cybersicurezza

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Finalmente l’Italia si adegua per rispondere alle prerogative della cybersecurity. È una priorità, del Paese in primis e di tutti i cittadini. La cybersicurezza ha smesso da tempo ormai di essere materia confinata esclusivamente alle questioni di sicurezza militare e di difesa, andando a coinvolgere la vita quotidiana di ogni singolo cittadino.

Sanità, soprattutto, con la tutela dei dati sensibili, poi il lavoro, oggi tema di grandissima attualità alla luce delle modifiche introdotte dallo smart working, ma anche i pagamenti elettronici, solo per citarne alcuni.

Una mole infinita di dati viaggia in rete ogni secondo, dentro quei dati ci sono informazioni personali e riservate. Proteggerle significa garantire protezione ad ogni singolo cittadino.

«Bene ha fatto il premier Giuseppe Conte a spingere sull’acceleratore, perché il tempo non gioca a nostro favore e la posta in gioco è troppo alta, inserendo nella Legge di Bilancio la norma che fa nascere l’Istituto Italiano di Cybersicurezza», spiega Mauro Nicastri (foto qui sopra), presidente dell’Associazione Italian Digital Revolution.

La forma giuridica sarà quella della Fondazione, con un ingente stanziamento: ben 10 milioni di Euro.

Spetterà al Dipartimento di Informazione e Sicurezza (Dis), secondo quanto stabilito dalla Presidenza del Consiglio il compito di vigilanza sulla corrispondenza dell’attività tecnico-operativa della Fondazione. Ad oggi il Dipartimento di Informazione e Sicurezza, diretto dal prefetto Gennaro Vecchione, ha già dimostrato sul campo il suo enorme contributo alla realizzazione di un nuovo e più moderno sistema di cybersicurezza.

È appena il caso di sottolineare ad esempio la messa a punto del Perimetro di sicurezza cibernetica, che consentirà, tra le altre cose, di recuperare il divario con gli altri Paesi dell’Unione Europea. Da Bruxelles non hanno mai fatto mistero sulla necessità per l’Italia di adeguarsi, stabilendo nuove misure.

Il tempo delle attese non può essere infinito, lo dimostra il fatto che il Recovery Fund, a cui si guarda con grandissima attenzione per rilanciare il nostro Paese, considera prioritaria la difesa dell’ambiente e dello spazio informatico.

c.s.

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