PD Biellese vs. governatore Alberto Cirio per scuole medie chiuse: “A sciare sì, a scuola no, troppo rischioso”

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dalla segreteria del Partito Democratico Biellese in merito all’ordinanza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che, contrariamente a quanto previsto dalle disposizioni nazionali sulla “fascia arancione”, vieta la riapertura delle scuole alle classi seconda e terza media.

Da ieri, domenica 29 novembre, il Piemonte è diventato “arancione”. Dopo tre settimane in fascia rossa, la curva epidemiologica si è appiattita e l’indice Rt è tornato intorno all’1 (in alcuni giorni anche inferiore!), consentendo al ministro della Salute, Roberto Speranza, di allentare un pochino le misure anti contagio.

Non cambia molto, in realtà, se non per il fatto che i negozi possono riaprire al pubblico e ci si potrà spostare all’interno dello stesso Comune senza bisogno di autocertificazioni. Sicuramente una boccata d’ossigeno per il commercio, in grande sofferenza anche a causa del lockdown della scorsa primavera.

Speriamo che gli esercenti piemontesi, in vista del Natale, possono recuperare almeno una piccola parte di quanto lasciato per strada in questo maledetto 2020 a causa della pandemia.

Restano ancora chiusi bar, pasticcerie, pub, ristoranti e pizzerie (salvo asporto e consegne a domicilio). Chiuse anche in fascia arancione le scuole superiori ma, attenzione, le scuole medie (secondo e terzo anno) avrebbero potuto riaprire e consentire agli studenti di tornare in classe, con i compagni e i professori.

Non sarà così, però.

Perché? Semplice: il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha posto il veto. Con una motivazione paradossale. “Riaprire le scuole a pochi giorni dal Natale sarebbe una follia – ha dichiarato il governatore a La Stampa – Oggi non ci sono le condizioni per riaprire le scuole in sicurezza. Ricordiamoci che i ragazzi che affollano gli autobus sono gli stessi che poi trascorreranno le festività con i genitori e con i nonni. Non possiamo permetterci di correre un rischio del genere.”

Se questo ragionamento fosse riferito agli alunni delle scuole superiori, avrebbe una logica ineccepibile. Ma se lo si calibra sui di ragazzini della secondaria di primo grado, beh, il discorso non regge, per niente. Anche in considerazione di quanto a tutti noto, e cioè che gli studenti di prima media frequentano le lezioni regolarmente in presenza.

A Cirio risulta che questi giovanissimi studenti si affollino sui mezzi pubblici per raggiungere gli Istituti scolastici? È possibile che una minima parte di loro utilizzi il trasporto pubblico, ma la percentuale è assolutamente trascurabile se rapportata ai ragazzi più grandi, quelli della secondaria di secondo grado.

Davvero ci sfugge la ratio di una decisione del genere, soprattutto se poi si considera che la giunta Cirio ha dichiarato di voler aprire gli impianti sciistici perché il Turismo è sicuramente una voce importante del Pil piemontese. E su questo non ci piove.

Accadrà cosi che i ragazzini che nella testa del Presidente Cirio e della sua giunta possono andare a fare code davanti agli impianti di risalita saranno “gli stessi che poi trascorreranno le festività con i genitori e con i nonni”?

A sciare sì, a scuola no, troppo rischioso.

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