La Bürsch. Con sua maestà il Tartufo Bianco di Alba e Alessandro Cattelan una serata… spettacolare

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Una strada piena di curve, in salita, che taglia in due un’angusta ma bellissima vallata, costeggiando un torrente che tracima memorie. Una strada in cui, ad un certo punto, ci si può anche perdere, proprio come nella vita.

Ma come spesso accade nella vita, dopo un’irta salita arriva la discesa, come un premio, una sorta di restituzione, di ricompensa benevolmente concessa dal destino o dalla Provvidenza (delle due l’una, a piacere).

Già, ci si può anche perdere, perché se non si è pratici della zona non è proprio un gioco da ragazzi raggiungere La Bürsch, in frazione Oretto di Campiglia Cervo. Tentennano perfino i navigatori, pure quelli di ultima generazione, a causa di un segnale non sempre… “fedelissimo”.

Così, capita di incontrare qualcuno che, raggiunto il centro del paese (Campiglia), un po’ spaesato, cerchi di annusare l’aria come un bravo segugio per non perdere la traccia. Basta poco, in realtà, per riaversi e trovare “la retta via”, ché un po’ di fatica porta con sé memorabili ricompense…

Quasi cento commensali hanno percorso quella strada alla scoperta di un luogo che, forse, mai avrebbero pensato potesse dischiudersi ai loro occhi e ai loro cuori. Due date, entrambe collegate ad un altro evento che ha tutti i connotati delle memorabilia: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba. Hanno impiegato quasi novant’anni, quelli dell’Ente Fiera, prima di decidersi ad uscire extra moenia, ma quando l’hanno fatto, a differenza dei navigatori di cui sopra, non hanno avuto tentennamenti: La Bürsch faceva al caso loro.

Dopo il grande successo della prima serata dedicata a sua maestà il Tartufo Bianco (venerdì 8 novembre), la seconda data non è stata da meno: a fronte di un respiro più internazionale, quello che ha caratterizzato il primo incontro, venerdì scorso 15 novembe i commensali erano quasi tutti italiani, non tutti biellesi, anzi.

Successo bissato? Anche di più, perché alla fine, quando parli la stessa lingua e hai le stesse abitudini, forse, un posto come La Bürsch lo apprezzi ancora di più: l’atmosfera quasi fiabesca ti colpisce dritto al cuore. Il calore della padrona di casa, Barbara Varese, del suo compagno e dei suoi amici più stretti ti fanno sentire a casa. Poi ti siedi a tavola e ti trovi di fronte un tizio che vedi spesso alla TV, quello simpatico, anche lui piemontese, alessandrino… Sì, è proprio lui, Alessandro Cattelan. Al suo fianco, la bellissima e altrettanto simpatica consorte, Ludovica Sauer, modella.

Tra una battuta del vicino, un brindisi, amabili chiacchiere e risate improvvise, qualche bicchiere di ottimo vino (l’Alta Langa Docg fa il paio da diversi anni col pregiatissimo fungo ipogeo, ma c’era anche un Pinot millesimato che non si può raccontare…), la serata scivola via che nommeno te ne rendi conto, perché a tenere le fila del discorso è sempre sua maestà il Tartufo Bianco di Alba, inebriante, con il suo inconfondibile profumo.

In cucina, ad architettare una cena momorabile, c’era uno dei migliori chef italiani Under 40: Luigi Taglienti, che a fine cena, su invito della padrona di casa, come un consumato artista si è materializzato tra i presenti per riscuotere il più meritato degli applausi.

Sono proprio bravi, quelli di Alba, anche quando, con molta calma, dopo lustri, decidono che è arrivato il momento di lasciare le certezze acquisite con il lavoro e l’esperienza. Ma solo perché sanno di averne trovate altre. Grazie all’occhio lungo del loro direttore, un certo Stefano Mosca, che a Biella conosciamo molto bene!

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