Democratiche Biellesi ancora in campo a difesa della Legge 194 e del diritto di autodeterminazione delle donne

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Ancora una volta le Democratiche Biellesi scendono in campo per tutelare il diritto all’autodeterminazione delle donne attraverso l’interruzione di gravidanza. Nella nostra regione, il Piemonte, da tempo è stato messo in atto un costante tentativo di demonizzazione e di intimidazione da parte degli antiabortisti, che hanno il loro alfiere nell’assessore regionale Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), fiero oppositore della Legge 194.

A questo proposito, le Democratiche Biellesi hanno rilanciato un comunicato stampa diffuso a livello regionale dal collettivo “Più di 194 voci – Rete per l’autodeterminazione” in merito alla Giornata Mondiale dell’Aborto Sicuro, che ricorre il 28 settembre prossimo.

Gli antiabortisti hanno dovuto rinunciare a tenere il loro convegno, antiscientifico e pretestuoso contro la legge 194, nella sala della Regione Piemonte, previsto per il prossimo 26 settembre. La tempestiva mobilitazione delle DONNE con la comunità lgbtqia+, e in sinergia con alcune forze politiche, ha contribuito a questo dietro front.

Noi ribadiamo che la salute delle donne è un diritto, e la legge 194 è nata per garantire questo diritto. L’organizzazione mondiale della sanità ci dice che nel mondo ogni anno 47mila donne muoiono a causa di un aborto effettuato in condizioni di non sicurezza e che 5 milioni soffrono di malattie temporanee o permanenti, tra cui la sterilità (cioè non potranno più avere figli).

Ci dice anche che la mortalità è alta nei Paesi in cui l’aborto è proibito e bassa nei Paesi in cui esistono leggi che lo tutelano.

All’Ospedale Sant’Anna di Torino, prima del 1978 l’aborto (clandestino) era la maggiore causa di gravi malattie o morte materna, mentre dopo l’introduzione della Legge 194/1978 le patologie e la morte legati all’aborto si sono azzerate.

Noi diciamo che la legge 194 deve essere applicata in tutti i suoi aspetti a garanzia della salute delle donne.

La legge prevede:
1) l’attivazione di tutte le misure di prevenzione: informazione a tutti i livelli sulla contraccezione, facilità di accesso alla contraccezione stessa, supporto psicologico, aumento della consapevolezza del proprio corpo. Per tutto questo chiediamo con forza che vengano riattivati quei consultori che in questi anni sono stati
gradualmente chiusi;
2) il ricorso alle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza. Chiediamo pertanto che vengano immediatamente attivati i percorsi per offrire l’aborto farmacologico nei consultori, così come previsto dalle linee di indirizzo del
Ministero della Salute dell’agosto 2020.   

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