Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da Confesercenti del Biellese a firma di Angelo Sacco, presidente dell’Associazione di categoria, in merito al secondo lockdown imposto dal governo per contenere la curva epidemiologica da Covid-19.
In questi giorni leggiamo ed ascoltiamo le più svariate ricette su come si sia sviluppata l’epidemia da Covid-19. È bene, una volta per tutte, mettere ordine sulle responsabilità di questo secondo lockdown.
I commercianti biellesi non sono certo la causa dello svilupparsi della pandemia.
Voglio ricordare che dopo il primo lockdown di questa primavera, che tutti abbiamo subito e accettato come inevitabile, in Italia e in mezzo mondo, ci aspettavamo una ripresa diversa. La temuta seconda ondata è avvenuta probabilmente per il semplice fatto che doveva accadere: ma certamente qualcuno ha dato una mano in questo senso.
Mi riferisco al Governo che ha ritenuto, dopo mesi di chiusura, di lasciare andare sostanzialmente a ruota libera la Nazione sperando che ci fosse una riapertura intelligente.
Così non è stato, e quest’estate abbiamo assistito ad assembramenti in tanti luoghi senza che ci fossero i dovuti controlli da parte delle Forze dell’Ordine. Anche la Politica ha dato purtroppo spesso pessimi esempi comportamentali, che hanno fatto ritenere ad alcuni che l’epidemia potesse essere messa nel dimenticatoio.
E la colpa di chi è?
I commercianti e i titolari di bar e ristoranti hanno speso tempo e denaro per mettersi a norma, hanno dovuto spesso reinventare le modalità di vendita e somministrazione. E in più avrebbero anche dovuto controllare che fuori dai locali non ci fossero assembramenti.
Non è possibile fare contemporaneamente l’esercente e il tutore dell’ordine pubblico.
In questo secondo lockdown abbiamo assistito all’emanazione di decreti del Presidente del Consiglio che non sono stati il massimo della chiarezza e della saggezza.
Certo, è difficile fare bene per tutti, ma alcune norme suonano male: sono chiusi i negozi all’interno dei Centri Commerciali ed è aperta l’Ikea… È solo un esempio, tanto per capirci.
È comprensibile l’obbiettivo del decreto: “Ridurre al massimo le possibilità di assembramenti”. Ma c’è modo e modo.
Le nostre attività commerciali hanno patito il primo lockdown con forza e dignità, consapevoli che nessun ristoro economico avrebbe potuto annullare le perdite di quei mesi. Ora subiamo un secondo lockdown senza avere nessuna colpa. Terremo aperti i negozi ove la Legge ce lo consente, con il rispetto dei protocolli previsti. Continueremo a mantenere vive, in ogni forma, le nostre attività.
Ma occorre che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, Governo, Regione, Sindaci, ci metta nelle condizioni di tornare a lavorare nel più breve tempo possibile.
Siamo, come Associazione di categoria, in continuo contatto con il Governo e faremo tutto il possibile affinché le riaperture avvengano in sicurezza e che non ci sia una terza ondata di contagi.
Ne va della sopravvivenza delle nostre attività.
Angelo Sacco – Presidente Confesercenti del Biellese