Con “Dove eravamo rimasti” Comune di Biella e coop “La Famiglia” tendono la mano agli anziani rimasti soli per la pandemia

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Tra le categorie più colpite dalla pandemia da SARS-CoV-2, almeno sotto il profilo psicologico, ci sono sicuramente gli anziani e i più giovani. In poche parole, la solitudine declinata per fasce d’età.

Distanziamento sociale e lockdown hanno contribuito a preservare la salute fisica a scapito di quella mentale, e se i più giovani, spesso, hanno comunque potuto fare affidamento sul contesto familiare o amicale, per gli anziani, altrettanto spesso, non è stato così.

Ecco il senso del progetto “DOVE ERAVAMO RIMASTI”, presentato questa mattina nella Sala gruppi di Palazzo Oropa. Rivolto alle persone più in là con gli anni, rafforza la domiciliarità leggera e di prossimità, con l’intento di fornire agli anziani un aiuto pratico nel disbrigo delle faccende quotidiane ma anche una forma di supporto psicologico, antidoto alla solitudine.

La partnership tra Cooperativa Sociale “La Famiglia” e Comune di Biella si è classificata tra le prime 15 ammesse alla graduatoria stilata dal Ministero dell’Interno per il progetto UNRRA 2020 (United Nations Relief and Rehabilitation Administratio), un accordo tra governo italiano e Amministrazione della Nazioni Unite sull’utilizzo dell’apposito fondo.

In questo modo, il progetto biellese (che prende le mosse da un’azione precedente, denominata “Nonni ripartiamo insieme” e finanziata dalla Fondazione CRB con 12mila euro) è stato ammesso ad un finanziamento di oltre 55mila euro. Con un budget quintuplicato, sono stati incrementati il monte ore a disposizione degli utenti e il personale dedicato. Implementata anche la convenzione con la Croce Rossa per eventuali passaggi domiciliari.

L’assessore alle Politiche Sociali, Isabella Scaramuzzi

Al momento sono oltre 300 gli anziani seguiti dai Servizi sociali del Comune di Biella, ma i numeri snocciolati dal sindaco Corradino durante la conferenza stampa sono davvero impressionanti. Solo all’interno dei confini comunali sono oltre 1.200 gli utenti in carico al Servizio e si stima che le persone con fragilità ammontino a circa 4mila, praticamente il 10% della popolazione residente.

«Oltre al profilo psicologico, che su molti di loro ha gravato in pesante durante la pandemia, si è presentata anche la necessità di sostegno nella normale attività di mantenimento e della cura della propria abitazione – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Isabella Scaramuzzi -. Gli anziani seguiti dai nostri Servizi sociali hanno manifestato la richiesta primaria di supporto alla cura dell’igiene personale e della loro abitazione».

Sulla base delle segnalazioni pervenute all’Assessorato, è stato calcolato che circa il 40% della popolazione residente a Biella ha rilevato un peggioramento delle condizioni di vita, rappresentando soprattutto problematiche riconducibili ad ansia e depressione. Molti di loro, nell’impossibilità di essere aiutati, hanno addirittura richiesto spontaneamente il ricovero in una struttura di cura.

In molti casi, le famiglie hanno dovuto fronteggiare contemporaneamente problematiche differenti: dai figli a casa in Dad, alle difficoltà economiche collegate alla crisi. “DOVE ERAVAMO RIMATI”, ha concluso l’assessore Scaramuzzi, «tende la mano proprio a queste situazioni di difficoltà, in cui la rete parentale/amicale è impossibilitata ad essere d’aiuto e facendo in modo che l’anziano non venga abbandonato a se stesso, proprio al fine di evitare il ricovero in struttura».

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