Caro Claudio, sei simpatico ma non voterò per te: sono meridionale e non soffro di amnesia

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Caro Claudio,

sentirti parlare è sempre un piacere, anche quando c’è da soffrire un po’. Anche quando si vede lontano un miglio che ti stai incartando o incazzando. Anche quando, da non biellese, ti perdi sui toponimi e l’asta fluviale, come concetto socio-politico-economico, non ti è particolarmente intelleggibile. È un piacere sentirti parlare perché il politichese ti è estraneo, perché parli come mangi, perché ti fai capire.

Poi si può non essere d’accordo con ciò che dici, ma intanto ti fai capire. E ci metti passione. Si vede lontano un miglio che hai voglia da vendere, che ci credi, che vuoi dimostrare agli scettici, ché ci sono pure tra i tuoi alleati, basta guardare loro facce mentre parli. Espressioni che personificano un mix ben frullato tra paternalismo, “cosa ca… sta dicendo” (sibilato a denti stretti) e la maschera di Anonimus…

Si vede lontano un miglio che hai tanta e tanta voglia di dimostrare che Biella per te non è una sfida troppo grande, non è pura chimera.

Si vede lontano un miglio che hai una gran voglia di mettere le mani in pasta e di salire a Palazzo Oropa per dire a tutti quanti, dai dirigenti ai cantonieri, “ok ragazzi, tranquilli, adesso ci sono io. E ci sono h24″…

Non come quel Gentile lì, di nome e di fatto. Tanto Gentile da sembrare finto. Lui che comunque il suo jolly, a Biella, se l’è giocato dieci anni fa, e per i cinque successivi. Lui che è stato bocciato (preside, mi passi la malizia nella scelta del verbo) dai biellesi a vantaggio di un non politico come il Cavicchioli di cinque anni orsono.

Dino, per favore, sei troppo misurato, troppo elegante, troppo british. Datti una mossa, il politically correct, in quest’epoca di urlatori e parolai, è un’arma a doppo taglio. Se non… appari anche tu, rischi di sparire.

In un testa a testa con Corradino ci vuole un po’ di carica in più, un filo d’abbrivio. Lui è un “pasionario”, non puoi fargli il controcanto con l’ecumenismo alla “volemose bene”. Ogni tanto ci devi mettere un minimo di “cazzimma” pure tu.

Oh, intendiamoci, non dici cose sbagliate, anzi. È il come le dici…

E poi, per concludere, due momenti che da soli valgono l’intero biglietto! Ah, era gratis? Vabbè, mi sono fatto prendere la mano anch’io, succede…

  1. Claudio che fuori campo recrimina, scuote la testa e sorride sardonico mentre, riferendosi all’avversario che sta parlando, bofonchia un: “Ma non ha risposto alla domanda”, e sfoggia quell’occhio “pallato” che nemmeno Totò Schillaci quando non gli fischiavano un calcio di rigore.
  2. A proposito di partecipate, se non erro (vado a memoria, non ho preso appunti, perché non volevo perdermi nemmeno i sospiri, anche da casa…), Dino, sfoggiando uno dei suoi proverbiali sorrisi a 712 denti, dice qualcosa che suona tipo: “Con Claudio ci siamo trovati sempre bene, quando eravamo entrambi sindaci!”. E Corradino, da Puffo Brontolone, replica: “Mah, veramente ho lavorato meglio con Cavicchioli. Quando arrivavi tu, mi davi un bigliettino con i nomi scritti sopra e mi dicevi vota Tizio, vota Caio”.

Ecco, doveva finire lì il faccia a faccia. Con una standing ovation a Claudio. Sipario, linea alla regia, pubblicità e tutti a casa. Buona notte!

Caro Claudio, sei simpatico. Davvero. Ma io non ti voto, non ce la faccio proprio a mettere una croce su quel simbolo. Anzi, non riesco nemmeno a guardarlo, quel simbolo. Sai, Claudio, sono figlio di due meridionali che non ci sono più, e sono entrambi sepolti al nostro paese, Maddaloni, provincia di Caserta.

Sai, Claudio, io sono nato lì. Sono meridionale, terrone, anche se vivo praticamente da sempre a Biella. E io non ho la memoria corta come tanti miei conterranei. Mi ricordo ancora perfettamente di quando per il tuo Matteo e i suoi manutengoli “il Problema” eravamo noi. Poi, sono arrivati i migranti…

Sai, Claudio, a te che hai studiato il latino dico solo una cosa: In hoc signa NON vinces”. Almeno per me.

Resta la simpatia! Un grosso in bocca al lupo per domenica (ad entrambi)!

Ne riparliamo lunes…

P.S. Mi vorranno perdonare entrambi i candidati per aver azzardato un “tu” che non mi compete, in quanto mai concessomi, né dall’uno né dall’altro.

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