Azzolina vs. Chiorino sul Natale: “Nessuno faccia propaganda sulla pelle della scuola”

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Che visioni politiche e probabilmente anche ideali e valori siano diametralmente opposti non è un segreto. E se lo è, è il “segreto di Pulcinella”, come si suol dire. Sta di fatto che nella giornata di oggi, martedì 26 novembre, l’agenzia di stampa Ansa ha riportato una nuova puntata della querelle a distanza tra due donne di spicco della politica biellese.

A distanza perché una ha “eletto domicilio” a Roma, l’altra a Torino. Lucia Azzolina, sottosegretario all’Istruzione, non ha digerito “l’ingerenza” via missiva di Elena Chiorino, assessore regionale all’Istruzione, al Lavoro, alla Formazione professionale e al Diritto allo Studio universitario. Argomento del contendere, una lettera che l’assessore Chiorino ha inviato ai dirigenti scolastici del Piemonte chiedendo loro di “mettere in campo iniziative per valorizzare il Natale”.

«È una vera e propria invasione di campo, lede l’autonomia scolastica», afferma piccata Lucia Azzolina. E aggiunge: «Nulla contro il Natale, ovviamente, o contro le iniziative che ogni anno le Istituzioni scolastiche organizzano già in relazione a questa festività. Ma nessuno deve permettersi di fare propaganda sulla pelle della scuola. Di entrare a gamba tesa nel nostro sistema di istruzione chiedendo ai docenti e ai dirigenti di fare o non fare questo o quello, dando indirizzi unilaterali su come valorizzare la nostra identità nazionale».

«Sto ricevendo le segnalazioni indignate di diversi capi di istituto – afferma Lucia Azzolina – che chiedono solo di essere lasciati in pace e di non trasformare in bieca propaganda politica momenti che fanno parte delle tradizioni del nostro Paese. Di poter organizzare le attività scolastiche come ritengono più giusto, senza subire certe – neanche troppo velate – pressioni».

«Siamo solo all’inizio. Manca un mese al Natale ed è già corsa alle dichiarazioni sul presepe. Se si avesse davvero rispetto per questi simboli, per queste ricorrenze e per l’alto valore che rivestono e, soprattutto, se chi fa certe richieste sapesse come funziona la scuola, non ci sarebbe davvero il bisogno di fare certe uscite, che sono buone solo per far parlare di sé», conclude il sottosegretario all’Istruzione.

Appuntamento alla prossima puntata.

 

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