La Regione Piemonte vuole rilanciare il gioco d’azzardo. Un difficile equilibrio tra tutela degli operatori e dei consumatori

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In Piemonte nell’ultimo biennio il gioco d’azzardo ha subito un calo del 9.7%, con conseguenze positive per quanto riguarda le relative perdite da gioco, anch’esse diminuite del 17.8%. Un andamento in controtendenza quindi, considerando che nel resto dello Stivale si è registrato un aumento del gambling dell’1.6%.

Tra le ragioni dietro a questo calo in Piemonte vi è anche la massiccia riduzione delle slot machines e la relativa diminuzione degli esercizi commerciali che le ospitano. Tuttavia, nonostante l’ingente calo del gioco d’azzardo e delle relative perdite da gioco, la maggioranza in Regione è favorevole a modificare la legge 9/2016 contro il gioco patologico, che venne approvata dalla Giunta Chiamparino, rilanciando così il gioco d’azzardo.

Quello del gioco d’azzardo è, infatti, da sempre un argomento che suscita pareri contrastanti: se da una parte questo tipo di intrattenimento, sia dal vivo che su Internet tramite siti online sicuri e specializzati in giochi da casinò, contribuisce all’economia del Paese, l’altra faccia della medaglia può tuttavia nascondere un lato oscuro: la ludopatia.

Le regolamentazioni

La norma era stata messa in discussione a giugno, chiedendo in un emendamento – che è stato poi ritirato – di eliminare la retroattività del distanziometro: questo infatti prevede il distanziamento delle sale da gioco da luoghi come scuole, banche e parrocchie, e la legge 9/2016 lo imponeva anche a quelle sale slot già localizzate nel 2014.

Di recente è stata portata avanti una seconda proposta di modifica della legge dal consigliere Claudio Leone, sempre in merito a una riduzione dei limiti imposti dal distanziometro, oltre a una revisione dei luoghi considerati “sensibili” al gioco d’azzardo, considerando la cancellazione dall’elenco di parrocchie, istituti di credito, sportelli bancomat.

Di fatto, nonostante gli effetti positivi avuti dalla legge 9/2016, la maggioranza del Consiglio regionale è d’accordo sul fatto che tale normativa sia troppo restrittiva e penalizzante per gli operatori del settore.

L’applicazione piena della legge e del suo distanziometro infatti, potrebbe portare ad effetti collaterali sull’occupazione. Una conseguenza a cui forse non si era pensato, tentando di scoraggiare in maniera netta la febbre da gioco.

I dati emersi nel rapporto sul gioco legale nella regione Piemonte e presentati dalla Cgia parlano di una perdita che nel 2021 potrebbe arrivare a oltre 3mila posti di lavoro rispetto al 2016.

Il rapporto ha sottolineato inoltre che nonostante le limitazioni che la legge ha impostato circa il numero di slot machines ammesse, le distanze tra queste e i luoghi sensibili e l’obbligo di spegnimento delle macchinette per almeno tre ore al giorno, nel triennio che va dal 2016 al 2019, il giro di affari nella regione è aumentato di 460 milioni di euro.

A questo va di pari passo un incremento di irregolarità e di evasione delle tasse: dai dati della Finanza infatti emerge un aumento esponenziale, passando da 477mila euro del 2016 a più di 4.5 milioni di euro del 2018. Un fenomeno altrettanto pericoloso in quanto preparerebbe terreno fertile per il gioco illegale e causerebbe un’ulteriore contrazione del mercato.

La crescita

Inutile negare che il gioco d’azzardo in Europa, così come nel mondo, è uno dei settori più floridi degli ultimi tempi. Anno dopo anno si registra un aumento costante delle cifre spese per questo tipo di intrattenimento e previsioni nel futuro altrettanto positive, stimando una crescita che andrà ad attestarsi al 9.2% entro il 2025.

Complici di questo incremento, ovviamente le innovazioni in campo tecnologico, di cui beneficiano soprattutto le piattaforme di casinò online, di betting e in generale le app dedicate al gambling, sempre più richieste e affollate specialmente nell’ultimo periodo a causa della pandemia di Covid-19 e il conseguente lockdown.

Un giro d’affari, quello del gambling online che ha visto nel 2020 una quota di mercato mondiale di 70 miliardi di dollari, pari al 19.8%. Una crescita enorme se si pensa che le previsioni prima dello scoppio della pandemia la stimavano al 13.2%.

Certo, il coronavirus che ha colpito indistintamente tutto il mondo ha avuto impatti molto negativi anche su questo settore e di fatto lo scoppio della pandemia ha portato l’industria del gioco d’azzardo indietro a un giro di affari di dieci anni fa.

Una cosa tuttavia è certa: l’incredibile resilienza del settore, che secondo molti studi riuscirà a uscire dalla crisi già dal 2022. Nel frattempo, politiche regionali e nazionali dovranno trovare il giusto equilibrio promuovendo allo stesso tempo una nuova crescita del settore, tutelando gli operatori, e un gioco responsabile, tutelando i consumatori.

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