Sciopero dei benzinai. Confesercenti del Biellese: aumento dei prezzi non è colpa dei gestori, a loro vanno solo 3.5 centesimi/litro

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«Non sarà quello che vuole imporci il governo, ma un altro il cartello che noi benzinai esporremo sugli impianti in occasione del nostro sciopero: poche cifre per spiegare perché chiudiamo e per dire no alla campagna diffamatoria di cui siamo bersagli», così Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori, annuncia la protesta che inizierà stasera anche in Piemonte e che coinvolgerà 1783 impianti in tutta la Regione.

Lo sciopero, proclamato da tutte le sigle sindacali della categoria, si svolgerà dalle 19 di martedì 24 gennaio alle 19 di giovedì 26 gennaio sulla rete della viabilità ordinaria e dalle 22 di martedì 24 gennaio alle 22 di giovedì 26 gennaio sulla rete autostradale.

«Con il nostro cartello – spiega Nettis – ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori, i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata, ai benzinai vanno 38 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3.5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti dei carburanti, ma le compagnie petrolifere. Inoltre, il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio, ma rimane fisso: dunque, ai benzinai non convengono i rincari, perché rischiano di vendere di meno, come sta già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise le nostre vendite sono calate di almeno il 5%. Ma il governo, lo stesso che ha eliminato il taglio delle accise, non riesce a pensare ad altro che all’ennesimo cartello con il prezzo medio da esporre sulle stazioni di servizio: come se la soluzione del problema fosse quella di appesantire i gestori di un’ulteriore incombenza o di inasprire le sanzioni nei loro confronti».

Anche sui cartelli è necessario fare chiarezza. Ogni benzinaio ha due obblighi relativamente ai prezzi. A ogni variazione deve comunicare il nuovo prezzo all’Osservatorio dei prezzi del ministero Imprese e del made in Italy e deve indicarlo sui cartelli posti sull’impianto. Se la comunicazione viene omessa o ritardata, in caso di controllo scatta la sanzione; ugualmente è sanzionabile l’assenza del cartello di indicazione della differenza di prezzo fra “servito” e “fai da te”.

Mediamente avvengono due variazioni di prezzo alla settimana, che comportano per ogni impianto quattro comunicazioni (all’Osservatorio e alla clientela attraverso il cartello prezzi), pari a 208 comunicazioni all’anno; in Piemonte gli impianti sono 1738 per un totale di oltre 360mila comunicazioni. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il meccanismo di formazione del prezzo e le eventuali violazioni sono di tipo puramente formale.

«Ovviamente – conclude Nettis – se dal Ministero o da Palazzo Chigi in queste ore dovesse venire un segnale di ripensamento sui cartelli e sulle sanzioni, siamo pronti a congelare lo sciopero. Ma questa volta gli impegni devono essere messi nero su bianco».

c.s.

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