Il cane nella pet therapy. Labrador e Golden Retriever le razze più indicate

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I cani sono i principali protagonisti della pet therapy, pratica oggi sempre più diffusa che, in affiancamento alla terapia tradizionale, ha lo scopo di favorire la guarigione e migliorare la vita di soggetti affetti da difficoltà fisiche o psichiche.

Anche in Italia la pet therapy viene riconosciuta come cura ufficiale grazie al Decreto Ministeriale del 28 febbraio 2003. I motivi che portano alla scelta del cane come co-terapeuta sono molteplici. Innanzitutto il cane è il primo fra gli animali con il quale l’uomo ha instaurato un legame, ed è ancora oggi l’animale domestico, assieme al gatto, più diffuso.

La sua discendenza diretta dal lupo lo rende un animale molto sociale, abituato ad un ordine gerarchico e a stabilire relazioni con i propri simili e con l’uomo, che percepisce come componente del branco. Il cane poi si dimostra incline a ricevere un’educazione e interagisce spontaneamente alle varie situazioni sollecitando la partecipazione di chi gli è a fianco.

È infatti in grado di leggere il nostro linguaggio corporeo e di percepire, soprattutto attraverso le nostre secrezioni ormonali, i nostri stati emotivi, ai quali risponde con il contatto fisico, con il gioco, con le coccole, con la vicinanza e l’affetto.

Non a caso il cane è ritenuto il miglior amico dell’uomo, con il quale stabilire un rapporto intenso e duraturo. Sebbene ogni cane abbia il potenziale per migliorare la vita del proprio amico umano, solo cani adeguatamente addestrati e con determinati requisiti possono essere impiegati nella pet therapy.

Non sono infatti adatti alla terapia i soggetti apatici o troppo tranquilli che non reagiscono agli stimoli e all’interazione con il paziente né i cani eccessivamente vivaci che possono causare problemi con i malati, soprattutto nel caso di persone anziane.

La razza non gioca un ruolo determinante nella scelta del cane da destinare agli interventi terapeutici anche se alcune razze sono maggiormente predisposte come ad esempio i Golden Retriever o i Labrador.

Detto questo, nella scelta dell’animale più adatto per i programmi assistiti, è basilare prendere in considerazione, fra i vari fattori, gli aspetti comportamentali dei singoli individui e, soprattutto, il paziente a cui è destinata la terapia.

Manuela Bovolenta

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