Giornata dell’autismo. I cani, un potente e valido supporto emotivo

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Oggi, 2 aprile, è la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU.

Quest’anno le iniziative programmate non ci saranno, per ovvi motivi. La nostra vita è stata investita dall’emergenza sanitaria del Covid-19 ma ciò non toglie di richiamare l’attenzione sui diritti delle persone affette da autismo. È necessario cercare di contrastare il più possibile la discriminazione e l’isolamento di cui sono ancora vittime gli autistici e i loro familiari.

Spesso si sente parlare di autismo ma che cos’è? Esistono terapie che possono curare chi ne è affetto?

L’autismo è un disturbo dello sviluppo che comincia a manifestarsi, in linea di massima, prima dei tre anni. In genere chi ne è affetto presenta difficoltà a interagire con altre persone e non riesce a integrarsi nella comunità. Il disturbo accompagnerà la vita del soggetto e cambierà la sua crescita.

I bambini autistici non rispondono al loro nome, hanno un linguaggio ritardato, sembrano sordi, preferiscono giocare da soli, non sono interessati a stare con gli altri bambini e a socializzare. Sono spesso aggressivi e tendono ad allineare oggetti e giochi.

Nel 1953, nel corso degli studi sull’autismo e sulle possibili terapie, lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo ad utilizzare il proprio cane per fini terapeutici e a riconoscere i benefici psicologici e comportamentali su un suo giovane paziente autistico.

Dopo questa scoperta, Levinson iniziò ad utilizzare animali da compagnia (cani o gatti) sviluppando quella che oggi è riconosciuta come “pet theraphy”.

In realtà, le proprietà terapeutiche attribuite agli animali hanno origini molto antiche. Ad esempio nell’Antica Grecia Esculapio (dio della medicina) aveva il potere di trasformarsi in cane o serpente e curare le persone.

Dall’Illuminismo, l’animale venne considerato oggetto affettivo.

Il filosofo inglese John Locke suggeriva di affidare cani e uccelli ai bambini e di rimproverarli nel caso non ne avessero cura. Da ciò si comprende come per il filosofo la cura degli animali sia parte integrante dell’educazione dei bambini per sviluppare empatia.

Nella sua opera pedagogica “Pensieri sull’educazione” (1693) aveva sottolineato l’importanza di educare i bambini alla compassione e al rifiuto di ogni tipo di crudeltà, al fine di formare individui adatti a vivere in società.

Per Freud la malattia mentale si instaurava nel momento in cui gli impulsi animali repressi non trovavano via d’uscita. Il padre della psicoanalisi era un grande amante dei cani.

Jofi era una cagnolina di razza Chow-Chow ed era stata regalata a Freud nel 1930 dalla principessa Maria Bonaparte (sua paziente), pronipote di Napoleone.

Jofi in ebraico significa “bene, va bene”. Effettivamente, Freud quando stava con lei si sentiva proprio bene e rilassato. L’amore era reciproco. Le ore trascorse insieme a lei erano le migliori della giornata ed erano caratterizzate dal benessere mentale e dal relax.

Freud riteneva che Jofi avesse anche un effetto tranquillizzante, soprattutto sui bambini, e ammetteva che gli era d’aiuto nella valutazione dei pazienti. Quando i pazienti erano calmi Jofi si accucciava vicino a loro per essere accarezzata, mentre si teneva dall’altro lato della stanza quando erano presenti pazienti ansiosi.

Inoltre, come raccontò Martin, il figlio di Freud, quando Jofi sbadigliava e si alzava era segno che i 45 minuti erano passati e che la seduta era terminata. E così Freud non aveva bisogno neppure dell’orologio.

Per me, i cani sono degli “antidepressivi naturali”, portano una ventata di serenità e allegria nella nostra vita quotidiana. Lo noto tutti i giorni da quando è entrata a far parte della mia vita Sofia, un Labrador.

L’affetto incondizionato di un animale scalda il cuore rivelandosi un toccasana per la salute. Non è un caso che di recente la pet therapy sia stata aggiunta ai normali percorsi di cura in alcune strutture assistenziali che si occupano di malati di Alzheimer.

Una grande risorsa per tante persone sole, grandi e piccole. Gli amici a quattro zampe ci tengono in attività combattendo la sedentarietà, allontanando ansia, stress e disturbi relazionali.

E ricordiamoci che… “I cani sono miracoli con le zampe…”

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