Brusnengo. Di mutande e mascherine… Donne indignate per un cartello che campeggia sulla porta della farmacia

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Oggi, mercoledì 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro donne, una commemorazione istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E proprio oggi abbiamo ricevuto una segnalazione da un gruppo di donne residenti a Brusnengo, indignate e arrabbiate per il cartello che da qualche giorno campeggia in bella vista sulla porta d’ingresso dell’unica farmacia del paese.

Un messaggio vergato a mano, a pennarello, francamente irricevibile. Prende le mosse da una vignetta che gira da qualche tempo su Facebook e che, giustamente, ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul corretto uso della mascherina per contenere la curva di contagio da SARS-CoV-2. Ma ciò che risulta inaccettabile è la “postilla” indirizzata ad un “certo tipo” di donne, secondo vecchi stereotipi (davvero duri a morire…), di cui evidentemente sono permeati, quindi convinti, anche i titolari del pubblico esercizio.

“VALE ANCHE PER LE FEMMINUCCE!” e sotto, tra parentesi, “e sapete come si chiamano quelle che vanno in giro senza mutande!”

A questo punto, la prima domanda che ci viene in mente è la seguente: ma con che diritto, questa gente, professionisti, peraltro, non quisque de populo, si permette di fare affermazioni di questo tipo? Di puntare il dito? A che titolo, con quale autorità? Forse in nome di una morale che si va perdendo a causa della continua e irrefrenabile dissoluzione dei costumi? Forse i farmacisti di Brusnengo si sentono i depositari delle indicazioni stradali per accedere alla retta via della redenzione etico-morale? Mah.

Intanto, il gruppo di donne che ci ha contattato, nei giorni scorso ha rappresentato le proprio rimostranze al primo cittadino del paese, Fabrizio Bertolino, che per tutta risposta, indossando i panni “ponziopilateschi”, se n’è lavato le mani, adducendo come scusa che la farmacia è un esercizio privato e che i titolari, di conseguenza, possono fare quello che vogliono…

Vero, ma solo fino ad un certo punto, trattandosi dell’unica farmacia di Brusnengo ma anche e soprattutto di un esercizio che fornisce un pubblico servizio. Ciò che ancora sfugge a chi gestisce e/o lavora in quella farmacia, pagando lo scotto di un retaggio culturale ormai logoro e stantio, è che la violenza sulle donne non è solo fisica. Talvolta le parole pesano come macigni, talvolta un giudizio fa più male di uno schiaffo o di un pugno.

Una donna, come d’altronde un uomo, o chiunque altro, ha tutto il diritto, se lo vuole, di girare senza mutande e senza che il/la farmacista del paese si erga a censore di un comportamento che, al limite, può essere sconveniente in termini di igiene personale. Le considerazioni afferenti ad un concetto di morale ormai vetusto e superato dalla storia sarebbe meglio tenersele per sé.

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