Verrone e la tutela dell’Ambiente. Una comunità che prospera con la sensibilità dei bambini e con le “passeggiate ecologiche”

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“La Terra ci è data in prestito dai nostri figli”, recita un vecchio adagio dei nativi americani. E noi adulti lo sappiamo bene, anche se per troppo tempo abbiamo fatto orecchie da mercante. La novità è che, oggi, lo sanno bene anche i nostri figli, che si sono accorti di cosa riceveranno in dote dalle generazioni precedenti. Un Pianeta malato, agonizzante. Un mondo che chiede in tutti i modi di aprire gli occhi, e fare un passo indietro, verso un futuro vivibile.

Piaccia o meno, da Greta Thunberg in poi, noi “boomers” non possiamo più far finta di girarci d’altra parte, di non vedere o di negare il problema. Un problema che una buona fetta del mondo scientifico denuncia, quasi inascoltata (quando non denigrata), da decenni. Ora, finalmente, non si fa altro che parlare di transizione ecologica. Speriamo che non si tratti solo di vuoti enunciati, e soprattutto che ci sia ancora il tempo per innestare la retromarcia, verso modelli di sviluppo sostenibili e verso un’economia realmente green.

Maria Chiara Turotti con il suo “bottino” di rifiuti appena raccolti

Per il momento, al di là delle dichiarazioni d’intenti, gli esempi di una società che si muove verso un grado di consapevolezza maggiore per la tutela dell’ambiente sono spesso riscontrabili tra i giovanissimi e nelle piccole comunità. Come la storia ci insegna, o il cambiamento arriva dal basso oppure rischia di non arrivare proprio…

Verrone è un paese di circa 1.250 abitanti, che da tempo si distingue per tante iniziative volte alla qualità della vita dei residenti. E l’attenzione posta dalla buona amministrazione porta a forme di restituzione da parte dei cittadini, sotto forma di aggregazione e impegno civile.

Ecco due esempi: uno sul versante dell’Amministrazione comunale, quella in carica è guidata dal sindaco Cinzia Bossi, l’altro, virtuosissimo, sul versante dell’impegno messo in campo da giovani cittadini.

Giovedì scorso 20 maggio Erika Vallera, vice presidente dell’Ente Parco del Ticino con delega alla Cultura, e la guardiaparco Maria Chiara Sibille, hanno consegnato un gradito omaggio alla scuole primaria e dell’infanzia di Verrone: un volumetto dal titolo “Plesso verde”. Inoltre, la guardiaparco ha tenuto un laboratorio di educazione ambientale sulla raccolta differenziata e sul problema dell’abbandono dei rifiuti.

A ricevere le due ospiti, il sindaco (e insegnante) Cinzia Bossi e la responsabile di plesso Antonella Zaccaria: «Quello dell’incontro tra la guardiaparco e i bambini della classe V è stato un momento molto bello – ricorda il primo cittadino -, perché noi, a scuola, siamo abituati a differenziare tutto, quindi loro sono particolarmente sensibili e interessati al tema dei rifiati: hanno posto a Maria Chiara Sibille tantissime domande e hanno ascoltato le sue spiegazioni con grande curiosità e attenzione».

 Sempre a Verrone, dall’inizio dello scorso mese di marzo, un gruppo di giovani ha iniziato a darsi appuntamento quasi tutte le domeniche per cimentarsi nelle “passeggiate ecologiche”, che hanno lo scopo di pulire aree verdi e boschive del paese. A guidare il manipolo di volenterosi ragazzi sono due studenti universitari, Maria Chiara Turotti e Matteo Sacchet (con la sua mamma, Renza Bianco).

«Sono tre mesi – sottolinea Cinzia Bossi – che questi ragazzi lavorano quasi tutte le domeniche per raccogliere i rifiuti abbandonati nei fossi o nelle zone boschive del paese. Sono partiti dalla zona della Barazza (nei pressi della strada che conduce agli stabilimenti FCA, ndr), poi si sono spostati in via della Carletta, una parallela della Strada Trossi, ora stanno pulendo Strada del Canchioso. Spesso si tratta di rifiuti abbondanti da anni, tanto da doverli letteralmente disseppellire. Ogni domenica, a fine giornata, Maria Chiara mi gira le foto del materiale raccolto e io, il lunedì mattina, mando i cantonieri del Comune a recuperarlo per il conferimento in ecocentro. Da parte mia, non posso fare altro che ringraziare tutti questi volontari perché la loro attività è dimostrazione concreata dell’amore che nutrono per il territorio e la sua comunità».

Ecco, quando si dice “dare l’esempio”…

I puntini di sospensione non sono casuali: siamo convinti di aver testimoniato una bella storia, fatta di impegno e determinazione, che sicuramente continuerà.

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