Tavolo lavoro e area professioni del PD Biellese. Due webinar per alzare il velo sulla Next Generation Eu

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Cos’è il Recovery Fund, come funziona e come spendere i soldi che attraverso questo strumento economico l’Europa metterà a disposizione del nostro Paese, e quindi, in definitiva, dei territori? Il Tavolo lavoro del PD Biellese ha organizzato due incontri per approfondire l’argomento e iniziare a scardinare quell’alone di mistero che circonda la misura Next Generation Eu.

Il primo appuntamento è in programma per martedì prossimo 9 marzo e avrà come relatore l’onorevole Enrico Borghi e il consigliere regionale di quadrante Mimmo Rossi, il secondo, a distanza di una settimana, il 16 marzo, con Irene Tinagli, economista ed eurodeputata dem.

Due appuntamenti che partono da Biella ma con una logica centrifuga, che punta al quadrante e all’osmosi economico-sociale che si può creare partendo “dal particolare per arrivare al generale”. In ottica Recovery non ha infatti alcun senso pensare a Biella come se fosse un’isola, staccata dalla terraferma, ovvero dai territori circostanti.

Da sinistra, Michele Lerro e Rinaldo Chiola

Uscire dall’isolamento, fisico ed economico, vuol dire considerare i distretti limitrofi come una risorsa, non come avamposti nemici. I collegamenti verso Novara e Vercelli altro non sono che possibili “vie di fuga”, ma anche corridoi d’accesso, che dall’esterno della nostra provincia possono invogliare persone e famiglie a visitare il Biellese o, perché no, a trasferircisi, premiando la sue peculiarità: qualità della vita, bellezza della natura e storia scolare, fatta di capacità, operosità e perseveranza.

Next Generation Eu dev’essere sinonimo di nuove infrastrutture in grado di rilanciare non solo Biella e il Biellese ma l’intero quadrante. «Bisogna assolutamente cogliere al meglio il grande sforzo di solidarietà che l’Europa ha saputo mettere in campo nel giro di pochi mesi – spiegano Rinaldo Chiola, referente del Tavolo lavoro, e Michele Lerro, referente Area professioni -. Si tratta di strumenti imponenti. Next Generation Eu non è la conclusione di un percorso, ma l’inizio. È un punto di partenza per gettare le basi di ciò che negli anni passati non si è potuto fare, anche per mancanza di risorse e per rispettare i vincoli di bilancio. Non dobbiamo avere paura di progettare, perché “fare l’Europa” e mettere in campo i progetti non è cosa che si possa fare in una sola volta. Dobbiamo costruire tutti insieme un percorso che porti a quei risultati. Molto è stato fatto, ma la cosa più importante, oggi, è realizzare in Europa una vera e propria solidarietà di fatto».

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