Smantellata rete di finti agenti immobiliari. Avevano rubato 130mila euro ad un biellese per una compravendita

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Case di pregio e ville di lusso in vendita, sedicenti mediatori e/o agenti immobiliari, fantomatici e facoltosi acquirenti stranieri, oltre a salate commissioni da pagare per la mediazione. Tutto uno stratagemma ordito per rubare denaro in contanti, con una certa destrezza, stando al modus operandi del trio criminale.

Al termine di una serie di indagini durate alcuni mesi il cerchio si è stretto intorno a tre uomini residenti nel Torinese, due fratelli e un altro soggetto. Tutti pregiudicati per reati di questo tipo, reati predatori, contro il patrimonio. Così, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Biella, agli ordini del Tenente Colonnello Massimo Colazzo, sono riusciti a smantellare la banda che aveva già colpito anche altrove: Emilia, Toscana e San Marino.

Tutto inizia qualche mese fa, quando un uomo residente nel Biellese pubblica alcuni annunci su giornali specializzati e riviste online per vendere una villa. La richiesta economica è importante: si parla di qualcosa come 4 milioni di euro. Una cifra che fa drizzare le antenne ai malviventi.

Qualcuno fa da tramite tra questi ultimi e il venditore. I finti agenti immobiliari prospettano al proprietario dell’interesse l’interesse di un loro facoltoso cliente interessato all’acquisto, un uomo di origine russa. A quel punto iniziano le trattative telefoniche per concordare una percentuale sul prezzo di vendita che sarà corrisposta ai sedicenti mediatori. Prima richiesta 200mila euro, poi accordo al ribasso fino a 130mila.

Però i malviventi chiedono al venditore di poter vedere i soldi, poiché – gli dicono – non si fidano della sua solvibilità. A quel punto organizzano un incontro e chiedono al proprietario della villa (che li riceve insieme ad alcuni familiari) di mettere le banconote in tagli da 100 euro all’interno di tre scatole con coperchio di vetro da loro stessi fornite. Poi, una volta verificata la presenza della somma pattuita, i contenitori saranno sigillati e custoditi dallo stesso venditore sino alla conclusione dell’affare.

Solo a vendita conclusa – lo rassicurano i truffatori – la commissione per la mediazione sarà ritirata.

Dopo l’appuntamento, però, passano i giorni, il malcapitato proprietario dell’immobile perde le tracce dei tre mediatori e del fantomatico acquirente russo. Insospettito, decide di aprire le scatole in cui aveva raccolto il denaro. Ed ecco la sorpresa, sotto un primo strato di banconote, solo cartone buono per la stufa.

Le indagini, svolte attraverso le celle telefoniche da cui partivano e arrivavano le chiamate al venditore, hanno porto all’identificazione dei due fratelli, il 47enne A.G. e il 55enne B.G., e del 64enne M.F. L’esito dell’operazione è stato rivelato questa mattina ai media locali dal Procuratore capo, Teresa Angelo Camelio, e dal pm Sarah Cacciaguerra nel corso di una conferenza stampa.

E non finisce qui, perché gli inquirenti hanno individuato anche un quarto uomo che sta per essere smascherato. Per il momento, i tre pregiudicati sono stati denunciati per furto aggravato da destrezza e mezzo fraudolento. Un’altra aggravante è costituita dal danno patrimoniale di grave entità. Nonostante ciò, nessuno di loro è finito in cella: solo obbligo di dimora nel Comune di residenza e obbligo di firma nel locale posto di polizia.

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