Sempre sul pezzo quelli della Lega, eh! A Biella come nel resto della Penisola. E le figuracce si sprecano…
A cominciare dal #semprepessimo Salvini, ormai non ricordiamo davvero più quando sia riuscito a dirne (o a farne) mezza giusta, fino ai governatori di regione: quello del Friuli, ad esempio, che ha gli ospedali pieni di pazienti Covid ma frigna perché non vuole diventare “zona arancione”. La solita pantomima, insomma.
E poi c’è il capoluogo laniero, in cui l’inadeguatezza della conventicola carrocciara è sotto gli occhi di tutti. Al di là di qualche diretta Facebook del sommo Re Claudio che, a differenza di tutti (o quasi) gli altri figuranti della sua squadra, qualche volta ci prende (un minimo di buon senso almeno lui ce l’ha!), ci si avvicina ad un sempre più avvilente vuoto pneumatico.
L’ultima pagliacciata, figlia di ignoranza e arroganza esponenzialmente combinate tra loro, è stata la polemica, assolutamente strumentale, sulla colletta organizzata dalla direzione della casa circondariale di via Dei Tigli per dare una mano ai detenuti indigenti.
L’antefatto. Da quando il Piemonte (insieme a Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria) è stato inserito dal Ministero della Salute in “fascia rossa”, sono state sospese le visite dei parenti alla popolazione ristretta. Ebbene, come già successo durante il lockdown di primavera, sono state implementate le telefonate e le videochiamate per consentire ai detenuti di comunicare con i familiari.
In buona sostanza, l’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2 coinvolge tutti. Detenuti compresi. Ma la Lega locale, che è più ristretta (mentalmente) dei ristretti in via Dei Tigli non ce la fa proprio a capire un concetto di evidenza apodittica come.
Tanto che dalle pagine online della stampa allineata, uno di loro (di cui non citiamo il nome solo per evitargli di essere irriso dai biellesi per l’ennesima figura barbina, ché non gli basta essere percultato dall’intera opposizione tutte le sante volte in diretta televisiva nel corso dei Consigli comunali…) che come sempre, nella sua sicumera, non sa niente o se anche incidentalmente sa qualcosa riesce comunque a passare dalla parte del torto.
Tuona, il bamboccio, prendendosela col Tavolo carcere e con la garante dei detenuti, Sonia Caronni, da poco riconfermata nel suo ruolo istituzionale dall’Amministrazione Corradino. Peraltro, una delle pochissime scelte sensate in termini di nomine che sono riusciti a fare da quando si sono impadroniti della città.
Una raccolta fondi? ERESIA!!!
Nemmeno dovessero tirarli fuori denari di tasca loro dalle indennità (che si sono ampiamente aumentati) o dai gettoni di presenza. In più, come se non bastasse, l’impulso per l’iniziativa della “colletta solidale” non arriva dal Tavolo carcere, né dalla garante, ma direttamente dalla direzione della casa circondariale, che lo ha sottolineati ieri con un comunicato stampa ad hoc.
E non è nemmeno vero che aumentare il numero di telefonate concesse ai detenuti – lo ripetiamo, sono state SOSPESE LE VISITE – costituisca una fonte di superlavoro per gli agenti di polizia penitenziaria. Al limite, questa forma di “liberalità” va ad innestarsi su rivendicazioni sindacali pregresse e indipendenti dall’emergenza Covid.
La vicenda, come sempre accade quando c’è la Lega di mezzo, è stata montata a tavolino e surrettiziamente per lanciare un messaggio nemmeno troppo velato (anzi, proprio vergato a chiare lettere) alla rinnovata garante. Più che un messaggio una vera e propria minaccia, come a dire: “Ciccia, ti abbiamo rinnovato l’incarico, ma vedi di abbassare la cresta senza abusare oltremodo della nostra fiducia”.
La cosa più assurda è che dalle dichiarazioni del personaggio poc’anzi menzionato traspare anche una sorta di supremazia, quasi di giurisdizione, da parte dell’Amministrazione comunale nei confronti della direzione di via Dei Tigli. Peccato, invece, che quella direzione dipenda dal Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, incardinato nel Ministero della Giustizia) e dalle sue articolazioni regionali, non certo dagli enti locali come i Comuni.
Non meriterebbe nemmeno di essere citata, la dichiarazione della leghista Topazio (una pietra preziosa abbinata a quel partito è un ossimoro): “Credo non sia giusto ad oggi, in un momento di grave difficoltà per tutti, chiedere alla cittadinanza di partecipare con donazioni relative all’acquisto di SIM per i carcerati e che questa richiesta sia un’offesa a chi per esempio è in difficoltà con DAD e smart working”, si legge nel comunicato stampa che come sempre la Lega biellese NON ci ha inoltrato.
Un virgolettato semplicemente patetico, tipico della peggior propaganda verde, ovvero fare un unico minestrone di cose che non c’entrano niente l’una con l’altra. Al di là di questo, cara consigliera, forse non sa che le donazioni, dal punto di vista giuridico sono delle liberalità non delle imposizioni, di conseguenza, se domani chi scrive venisse interpellato dalla “Lega del cappellaio matto” per un obolo a quell’associazione, le possibilità sarebbero almeno tre: 1) non rispondere e cestinare ipso facto la missiva 2) mandare a stendere il/i richiedente/i 3) fare una piccola donazione, discrezionale, appunto, an et quantum.
Ora, se Corradino e Moscarola sono per ammissione del primo “Cretino” e “Cretinetto”, gli altri, a cominciare dai #bimbiminkia, come le possiamo ribattezzare?
Grazie, Claudio, per la cortese risposta!