Paolo Furia, segretario regionale del PD, e “la spregiudicatezza con cui la Lega gestisce il potere”

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Ormai non passa giorno senza che Lega e Fratelli d’Italia riescano a trovare un qualche terreno di scontro. Tra screzi, battutacce, sgambetti e “falli di mestiere” continuano a rintuzzarsi senza sosta. “C’eravamo tanto amati”, è il titolo di un vecchio film (risale al ’74) diretto da Ettore Scola…

Abbiamo ancora negli occhi l’esultanza dell’onorevole Delmastro la sera del ballottaggio, a Palazzo Oropa. Sembrava che avesse vinto lui. Invece aveva vinto il buon Claudio Corradino. A due anni di distanza, pare che il parlamentare biellese, fedelissimo della Meloni, stia cercando in tutti i modi di “riprenderesi” quello che evidentemente considera il maltolto.

Mentre, però, fino a qualche settimana fa lo scontro politico/amministrativo tra i due schieramenti sembrava delimitato e contenuto nel perimetro biellese, nel breve spazio che intercorre tra Palazzo Oropa e le rispettive segreterie di partito, con il pasticciaccio delle nomine Asl le schermaglie si sono spostate al piano più alto, raggiungendo la giunta regionale guidata dal presidente Alberto Cirio.

Protagoniste del battibecco, scritto (a mezzo stampa) e orale (nel corso dell’ultima giunta), sono state Elena Chiorino (FdI) e Chiara Caucino (Lega). Già riprese da Cirio, con le loro esternazioni e i reciproci “apprezzamenti” hanno comunque suscitato una ridda di reazioni.

Qui di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dal Paolo Furia, segretario regionale del Partito Democratico.

Dietro al pittoresco scontro sui giornali locali biellesi tra Elena Chiorino e Chiara Caucino si nasconde in realtà un tema profondo che riguarda la dignità della Giunta regionale. Prima di tutto perché non stiamo parlando di una militante della Lega e una di Fratelli d’Italia che bisticciano un po’ pateticamente in pubblico su nomine irrilevanti di una provincia che qualcuno potrebbe considerare remota.

Stiamo, invece, parlando di due assessore regionali che si occupano sui giornali di una nomina che non riguarda le loro competenze istituzionali, rivelando non solo inadeguatezza personale a ricoprire il ruolo ma anche scarsa consapevolezza dei limiti entro cui debbono essere esercitate le loro funzioni.

In particolare, pare che l’assessora Caucino, già tristemente nota per l’ideologica campagna “Allontanamento Zero“ contro i servizi sociali, avrebbe attivamente difeso la scelta, infine ritirata, di spostare la direttrice generale dell’Asl di Vercelli in quella di Biella a otto mesi soli dalla scadenza.

Il motivo, riportato a mezzo stampa, confermato dalla collega Chiorino e mai smentito, sarebbe che il compare di partito Tiramani, vercellese, avrebbe cattivi rapporti con la direttrice in carica di Vercelli. Tutto ciò sarebbe già abbastanza scabroso se non aggiungessimo che il tutto veniva fatto nell’ignoranza delle amministrazioni locali nonché delle stesse Asl coinvolte.

Da ciò derivano le liti nel centrodestra biellese: ma il problema è più generale e riguarda la spregiudicatezza con cui la Lega gestisce il potere. Se da una parte si riempiono la bocca contro la “casta” dall’altra pretendono di scegliere i direttori delle Asl sulla base del principio della fedeltà o dei rapporti personali con il politico di turno, senza riguardo per la competenza e il merito.

Il Biellese ha avuto amministratori regionali del livello di Gianluca Susta e Wilmer Ronzani o, per parlare del centrodestra, Gilberto Pichetto.

È certo un dispiacere vedere che oggi, l’eredità è stata presa da Chiorino e Caucino. La strigliatina di Cirio, il suo richiamo a dedicarsi alle loro deleghe invece che ai giornali, è certamente già qualcosa.

Si comprende che l’obiettivo del presidente Cirio sia di derubricare la lite a cosa da “comari”. Non può, il Presidente, ammettere che il sistema di potere che si aggrega intorno alla Lega e ai Fratelli d’Italia stringe la Regione in una morsa di veti, contro veti e mosse della peggiore politica politicista.

Non può ammettere, il Presidente, di essere lui stesso stretto in questa morsa. E che le assessore in questione contribuiscono a stringere questo blocco.

Quanto avviene in Regione oggi può accadere in Comune a Torino domani: un candidato magari rassicurante del centrodestra, in verità assediato da due forze politiche, Lega e FdI, in preda a un perenne lavorio sotterraneo, tutt’altro che rassicurante. Una dinamica molto plausibile, purtroppo, di cui occorre che la città sia resa consapevole sin da subito.

Paolo Furia, Segretario regionale PD Piemonte

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