Mongrando. “Zona arancione”, il sindaco Filoni non ci sta: “Le nostre scuole sono sicure, Cirio riveda la sua decisione”

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Anche il sindaco di Mongrando, Antonio Filoni, prende una netta e decisa posizione sul merito della polemica innescata dall’ordinanza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il documento sottoscritto dal governatore impedisce la riapertura delle scuole per i ragazzi di seconda e terza media, contrariamente a quanto previsto dalle disposizioni vigenti per le “zone arancioni”.

La scuola media di Mongrando

Già da ieri, a seguito delle dichiarazioni dello stesso Cirio alla stampa, sui social infuria la diatriba tra chi è favorevole alla decisione del presidente e chi è contrario. Toni talvolta molto accesi. Come al solito, dobbiamo registrare anche le posizioni, per fortuna minoritarie, di chi non ha capito assolutamente nulla e imputa la responsabilità di mantenere in ragazzi delle medie in DAD al governo piuttosto che, ma qui siamo al becero e stucchevole “tiro al ministro”, a Lucia Azzolina.

Il primo cittadino di Mongrando ha esplicitato il suo pensiero, sposato anche dell’assessore all’Istruzione Luisa Nasso, sulla pagina Facebook privata: “Siamo sindaci di municipi che hanno plessi di scuola secondaria nei propri comuni, ai quali abbiamo garantito, nei mesi estivi e fino ad ora, tutto il supporto che ci veniva richiesto per permettere ai nostri Istituti di riaprire in sicurezza e ai nostri giovani concittadini una scuola in presenza. I nostri plessi sono luoghi sicuri e la didattica a distanza ha molti limiti come ci viene quotidianamente rappresentato da molti nostri concittadini”.

“Chiedo ai miei colleghi Sindaci di sollecitare il Presidente della nostra regione, Alberto Cirio, affinché riveda la decisione di lasciare, fino al 2021, in didattica a distanza i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di primo grado del Piemonte. Crediamo che sia necessario prevedere un percorso per riportare in presenza tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di primo grado in tutte le scuole del Biellese e del Piemonte entro il 9 dicembre 2020”, conclude Filoni (foto qui accanto).
A suscitare sconcerto per questa decisione del presidente Cirio, francamente incomprensibile, concorre anche il fatto che la confinante Lombardia riapre regolarmente, e soprattutto che le classi prime della secondaria di primo grado non hanno mai smesso di frequentare le lezioni in presenza.
Anche la motivazione addotta dal governatore appare quanto meno opinabile. Secondo Cirio, infatti, riaprire le scuole medie equivarrebbe a (ri)creare una situazione di rischio potenziale per i contagi sui mezzi pubblici. Ma l’obiezione naturale è che i ragazzini delle medie non usano il TPL per raggiungere gli Istituti scolastici d’appartenenza, se non forse in misura residuale.
Peraltro, lo stesso governatore della Regione Piemonte vorrebbe riaprire gli impianti sciistici… Lì andrebbe bene “assembrarsi” in coda, per andare a scuola invece no.

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