Domus Laetitiae e ASLBI. Attivo il servizio di preparazione agli esami diagnostici per bambini e persone con disabilità

0

La paura di effettuare un esame diagnostico, dal semplice prelievo ad una visita più approfondita, è più diffusa di quello che si possa pensare. Da diversi anni nel Biellese è attivo il servizio di “preparazione agli esami diagnostici”, promosso dalla Cooperativa Sociale Domus Laetitiae in collaborazione con la sanità pubblica.

Grazie a questo servizio è possibile essere accompagnati in un percorso personalizzato finalizzato ad affrontare visite mediche ed esami diagnostici, rendendo l’esperienza maggiormente prevedibile, accettabile e quindi affrontabile. Il servizio è rivolto a bambini e persone con disabilità che, più di altri, mostrano paura e comportamenti oppositivi nell’affrontare esami e visite.

Il percorso di accompagnamento permette alle persone di vivere l’accesso alle strutture ospedaliere riducendo l’impatto negativo e quindi il condizionamento dell’esperienza stessa per gli accessi futuri.

Un atteggiamento oppositivo e la paura possono infatti comportare importanti conseguenze sia per le persone sia per il servizio sanitario in generale, tra cui:

  • l’impossibilità di effettuare esami specialistici fondamentali (elettroencefalogramma, elettrocardiogramma, eccetera) finalizzati alla somministrazione di un’adeguata assistenza farmacologica;
  • il fallimento dell’esame sanitario con elevati costi per il Sistema sanitario nazionale;
  • compromettere il rapporto della persona con il mondo sanitario rendendo sempre più difficili futuri esami o ospedalizzazioni;
  • difficoltà, per il personale sanitario, di gestire eventuali reazioni problematiche e di portare a termine l’esame.

La collaborazione tra l’équipe del servizio e i tecnici ospedalieri è fondamentale per la buona riuscita del percorso. Ne è un esempio la storia di L. un bambino autistico di otto anni con precedenti accessi ospedalieri durante i quali ha sperimentato situazioni dolorose per lui traumatiche.

L. doveva sottoporsi ad una risonanza magnetica. L’educatrice di riferimento del centro “La Casa per l’Autismo” della Domus Laetitiae, frequentato dal bambino, è entrata in contatto con i tecnici ospedalieri per informarsi sulla procedura medica e i suoi tempi. Ha poi utilizzato degli strumenti come la “storia sociale” ovvero un racconto di quello che accadrà durante la visita, e un programma dell’esame, un elenco dei vari passaggi da effettuare e da spuntare.

Questi due strumenti sono stati presentati al bambino prima dell’esame stesso, all’interno di una simulazione durante la quale è stata letta la storia sociale insieme all’educatrice. La fase di preparazione permette infatti di spiegare alla persona che cosa accadrà in una situazione di tranquillità: questo aspetto è fondamentale e non sarebbe possibile farlo direttamente in ospedale in quanto l’attivazione emotiva della persona sarebbe tale da non permettere un corretto passaggio delle informazioni. Il passaggio successivo è stato quello di effettuare una simulazione dell’esame diagnostico con un “finto” medico e attrezzatture costruite ad hoc.

Grazie a questo percorso L. si è sottoposto con successo alla risonanza magnetica con estrema tranquillità e consapevolezza di ciò che lo aspettava. Fondamentale è la collaborazione con i genitori, primi e fondamentali conoscitori del proprio bambino.

Ecco la testimonianza della mamma di L. a conclusione del percorso:

«L. è un bambino autistico. Ha dovuto affrontare un esame a dicembre e, grazie alla preparazione e al sostegno che ci hanno dato le terapiste di Casa Autismo, è andata molto bene. Ha dovuto fare dei prelievi del sangue e lo hanno addormentato per fare la risonanza. Gli esami del sangue sono stati fatti quando dormiva. Per farlo addormentare hanno dovuto fare una puntura: in quel momento ha pianto, ma grazie a tutta la preparazione e alle prove fatte simulando l’esame stesso, per L. è stato più facile calmarsi, proprio perché sapeva esattamente cosa doveva fare dopo ogni passaggio».

«Quando si è risvegliato era tranquillo – continua la mamma di L. -, cosa che non sarebbe stata possibile se non avesse saputo cosa lo aspettasse. Sapeva infatti che al suo risveglio avrebbe ritrovato la sua mamma e le sue amiche Valentina e Nadia e, non per ultimo, il suo pupazzo Pingu, che è stato lì vicino a lui tutto il tempo dell’esame. Anestesista, tecnico e infermiere della rianimazione sono stati bravissimi. L. li aveva già visti in foto nella storia sociale preparata per la simulazione, pertanto nel vederli non c’è stata paura o ansia verso di loro. Sono convinta che tutto questo sia stato possibile perché c’è stata una grande preparazione dietro, dove gli è stato spiegato con la voce e con i supporti visivi quello che avrebbe dovuto fare. Se non ci fosse stato supporto visivo e non ci fossero state le terapiste, non penso proprio che per L. sarebbe stato così semplice. Un paio di mesi prima lo avevo dovuto portare in ospedale perché c’era il dubbio che avesse l’appendice infiammata. Non avendo potuto fare simulazioni, ha urlato, ha pianto, faticava a calmarsi, perché anche se gli dicevo che dopo il prelievo dovevamo solo aspettare l’esito, lui aveva paura che gli avrebbero ancora fatto il buchino nel braccio ed era terrorizzato. Tutto questo nonostante pediatra e infermiere siano state davvero brave e dolci in quell’occasione con lui. Quindi ritengo che, assolutamente, la preparazione e l’accompagnamento, al momento dell’esame, siano fondamentali per bambini come L., oltre che a essere di supporto per noi genitori».

Oggi il percorso di preparazione può essere effettuato sia alla Domus Laetitiae di Sagliano Micca (via Roma, 127) sia negli spazi di Cascina Oremo (Corso G. Pella – 21, Biella).

c.s.

Condividi:

Commenti chiusi