Le Democratiche Biellesi sulla sentenza antiabortista della Corte Suprema USA: “Preoccupa ma in Italia non stiamo tanto meglio”

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La Corte Suprema USA che ha revocato il diritto all’aborto è solo la punta dell’iceberg di un orientamento globale, pericolosissimo e strisciante, che mira allo smantellamento dei diritti, o almeno di una parte di questi.

Diritti spesso conquistati dopo decenni di battaglie politiche e sociali, nelle piazze come all’interno delle istituzioni. Varcata da oltre vent’anni la soglia del terzo millennio, la società contemporanea si trova a fare i conti con le potenti lobby oscurantiste e reazionarie, tipicamente afferenti alle destre, che mirano allo “sbancamento” dei diritti. In questo caso, quelli delle donne rispetto alla loro autodeterminazione.

Si tratta, come anticipato poc’anzi, di un “movimento” globale, che tenta di riportare in auge un concetto di “famiglia tradizionale” ormai arcaico e insostenibile, strumentale al consenso politico (con la connivenza più o meno esplicita delle alte sfere ecclesiastiche). Un’idea retrograda, letteralmente frantumata dalla storia e forse per questo oggetto di potente idolatria da parte dei suddetti centri di potere.

Anche in Italia, pur facendo le debite differenze rispetto al “caso americano”, stiamo assistendo ad un malcelato tentativo di restaurazione ad opera delle pessime destre che ammorbano il Pase: da tempo, infatti, e qui riduciamo ulteriormente le distanze geografiche, le Democratiche Biellesi denunciano il tentativo di comprimere (se non smantellare) i diritti delle donne alla loro autodeterminazione ad opera, in particolare, di un assessore regionale, Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia).

Di seguito riportiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dalle donne dem.

C’è un pericoloso ritorno indietro nelle limitazione delle libertà, della determinazione, della possibilità di scelta da parte delle donne. Noi, che abbiamo sempre lottato per l’avanzamento dei diritti, sappiamo bene che la loro acquisizione non è per tutti/e e soprattutto non è per sempre, ma che occorre costantemente lavorare per difenderli.

Ci preoccupa molto la scelta di abrogare la possibilità di abortire in America, ma non è che in Italia stiamo meglio. Negli anni ’70 le donne sono scese in piazza per acquisire il diritto ad una maternità responsabile e ad un consultorio che garantisse prevenzione, informazione e lo hanno ottenuto, ma da sempre tutto questo è continuamente messo in discussione, sia perché non sempre ci sono medici disponibili sia perché non sempre c’è un consultorio che abbia tutte le caratteristiche richieste.

Come Democratiche Biellesi abbiamo più volte denunciato la mancanza di risorse economiche e di personale dei consultori, abbiamo fatto manifestazioni a favore delle legge 194. Noi siamo dalla parte dei diritti, non obblighiamo nessuno a farne uso, ma esigiamo il rispetto delle nostre richieste, del nostro corpo.

Invece troppo spesso ci troviamo a combattere con un pericoloso schema patriarcale che ci vorrebbe far tornare buone, zitte e sottomesse. Questa recrudescenza non ci deve far dimenticare che anche qui in Italia, in Piemonte, ancora una volta la giunta di centrodestra e il suo assessore di FDI Marrone minano le basi della legge dando un mancia pelosa di 400mila euro alle associazioni PROVITA affinché entrino nei consultori a dissuadere le donne dall’intento di abortire.

Le Democratiche Piemontesi e Biellesi stanno chiedendo con forza che quei soldi vengano investiti in personale preparato all’interno dei consultori su cui sarebbe necessario puntare per dare adeguata cura e assistenza, ma anche una corretta prevenzione.

Dalle ricerche fatte consultando il portale della Regione Piemonte e quelli delle varie ASL emerge un quadro deludente sullo stato di marginalità cui è stato relegato il consultorio, che da luogo di aggregazione, di confronto, di sostegno con il supporto del personale formato ora, bene che vada, è un mero ambulatorio psico-socio-sanitario in cui, con prenotazione e ticket, si accede a una o più prestazioni: dalla visita medica, ai fogli per interruzione di gravidanza, all’accompagnamento in gravidanza non sempre con la stessa ostetrica e/o medico per il tourn over del personale. Spesso, per una serie di visite, è necessario recarsi in ambulatori diversi, magari lontani tra di loro, perdendo il senso della “presa in carico”.

Il quadro è complesso in tutto il Piemonte, a cominciare dall’inquadramento che è diverso in ogni territorio, non permettendo quindi una omogeneità dei trattamenti cui le donne hanno diritto.

In alcuni luoghi, come Biella, c’è fortunatamente, anzi dovremmo dire c’era, una buona integrazione con i consorzi, con i servizi sociali, con l’ospedale, con le associazioni che tenevano e tengono aperto lo sportello antiviolenza, che coadiuvavano il personale preposto anche nelle attività di prevenzione nelle scuole e/o con adolescenti e/o famiglie, con lo sportello d’ascolto dedicato alle vittime di violenza e maltrattamenti.

Non è più così, anche qui a Biella: due consultori, due ostetriche che ruotano tra i due ambulatori e l’ospedale e che, pur essendo molto stimate, non possono garantire continuità assistenziale. Stessi discorso vale per i medici.
Oltre alla grande carenza, i medici turnano di continuo, pertanto non si ha diritto ad essere seguite dallo stesso medico, anche in gravidanza, e questo genera alcune difficoltà. Sappiamo bene che riporre fiducia nel proprio medico è la base da cui partire per il miglioramento delle prestazioni e per una buona riuscita delle cure. Al contrario, il contino cambiamento genera preoccupazione, spesso mancata adesione al trattamento.

La psicologa è una sola, e deve seguire entrambi i servizi. Non basta. Così come l’assistente sociale che ruota part time su due servizi. Tutto questo ha generato un sottoutilizzo dello stesso consultorio.

Il buon lavoro fatto negli anni passati e la buona volontà e professionalità delle operatrici non bastano, c’è necessità di un investimento in questo settore.

Non basta lamentarsi del fatto che la Legge 194 dovrebbe occuparsi anche di prevenzione, è necessario investire in professionalità capaci, preparate che possano garantire l’applicazione della legge in tutte le sue parti

Come Democratiche, chiediamo pertanto che ci siano investimenti sicuri per ampliare i consultori. Solo così potremo fare una corretta informazione e consentire una reale presa in carico delle persone.

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