Guardia di Finanza. Scoperta maxi evasione internazionale da oltre 58 milioni di euro

0

I finanzieri del Comando Provinciale di Biella in servizio presso il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, a conclusione di un’articolata e complessa attività d’indagine, hanno scoperto una maxi evasione fiscale internazionale posta in essere da un gruppo societario residente nella provincia laniera, mediante due società estere, aventi formalmente sede in altri Stati, ma di fatto residenti in Italia e attraverso l’interposizione fittizia di due veicoli societari aventi formalmente sede in altri Paesi europei.

Questo fenomeno, inquadrato nell’alveo della fiscalità internazionale, consiste, di fatto, nella fittizia localizzazione della residenza fiscale all’estero, per sottrarsi agli adempimenti tributari previsti dall’ordinamento di reale appartenenza e beneficiare, conseguentemente, del regime impositivo più favorevole vigente nel Paese prescelto.

L’indagine, iniziata a marzo 2019 e terminata pochi giorni fa, ha preso avvio da un’accurata attività di intelligence grazie alla quale è stato possibile rilevare ingenti flussi di denaro, ammontanti a circa 74 milioni di euro, provenienti dall’estero e confluiti sui conti correnti istituiti in Italia ed intestati ad una società posta oltre confine.

I militari, al fine di approfondire la natura di tali movimentazioni finanziarie, hanno provveduto ad informare la Procura della Repubblica di Biella in merito all’ipotesi di reato, che ha delegato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ad acquisire i conti correnti intestati alla predetta società e ad effettuare accertamenti per dimostrare il collegamento territoriale della stessa con lo Stato italiano.

L’analisi della documentazione extracontabile cartacea ed informatica acquisita in sede di controllo presso la società capogruppo italiana, unitamente alle risultanze emerse dalla disamina dei conti correnti bancari, hanno permesso di ricondurre in Italia l’effettiva residenza fiscale di due società estere, nonché dimostrare l’interposizione di due veicoli societari fittiziamente localizzati in altrettanti Paesi europei.

In particolare, i finanzieri hanno dimostrato che le società estere in questione sono state gestite da persone italiane residenti in Italia e che nei Paesi esteri non vi è mai stata alcuna amministrazione effettiva, ma solamente una mera domiciliazione.

c.s.

Condividi:

Commenti chiusi