Festa della donna: un’occasione per riflettere e ricordare le donne “filosofe”

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“Non si nasce donne: si diventa” (Simone de Beauvoir)

Oggi, domenica 8 marzo, si celebra la Giornata Internazionale della Donna, una ricorrenza importante per ricordare e sottolineare il valore delle donne.

Che senso ha questa festa? Per molti sicuramente si tratta puramente di una festa consumistica nella quale regalare mimose, per altri invece è un giorno importante perché tutti siamo consapevoli del fatto che ci sono ancora molte disuguaglianze tra uomini e donne.

I fatti di cronaca continuano a confermarci che le pari opportunità sono ancora lontane dall’essere veramente raggiunte, molestie sessuali e stalking sembrano essere diventati “una moda” e il bilancio delle vittime di femminicidio continua ad aumentare a dismisura.

L’invito che rivolgo a tutti voi in questa giornata è quello di riflettere maggiormente sulle violenze e discriminazioni di cui le donne sono state e sono tuttora oggetto in molte parti del mondo; oltre a ricordare anche le conquiste politiche, sociali e economiche.

Nel “mondo filosofico” ci sono mai state donne filosofe? Si può essere filosofo e donna al tempo stesso?

In tutte le epoche sono esistite donne filosofe, eppure il loro pensiero è passato sotto silenzio o è stato trasmesso solo in maniera frammentaria.

Gli stessi filosofi uomini, da Platone a Rousseau, da Aristotele a Schopenhauer hanno finito per fomentare l’idea della donna come essere umano poco incline all’attività filosofica e razionale in quanto sopraffatto dall’emotività e sensibilità.

Secondo quanto ci viene tramandato, è nell’ambito della scuola pitagorica che le donne fecero la loro prima apparizione come seguaci e praticanti di filosofia. Si parla di ben 17 discepole di Pitagora.

Ricordiamo Diotima, Ipparchia e Leonzia forse cortigiana di Epicuro.  La più rilevante figura di filosofa che viene tramandata dall’antichità greca è quella di Ipazia di religione pagana. Ciò le attirò il rancore degli ambienti cristiani e la sua fama suscitò l’odio del vescovo Cirillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415.

Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi di conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola.

Ipazia

“Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera” (Ipazia, in “Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo”).

Nel Cinquecento di grande rilievo è l’opera filosofica e letteraria di Lucrezia Marinelli figlia di un medico e filosofo di orientamento aristotelico. Dell’Ottocento va ricordata la figura di Cristina Trivulzio di Belgioioso.

Figure importanti del XX secolo che meritano di essere ricordate sono: Edith Stein, Simone Weil, Hannah Arendt (nata da una famiglia ebrea, studiò filosofia con Heidegger, Husserl e Jaspers e analizzò il fenomeno del totalitarismo) e Simone de Beauvoir.

A questo punto mi chiedo: il loro nome verrebbe ricordato se non fossero donne?

La risposta è ovvia, certo che sì!

Dunque, come abbiamo visto, anche in filosofia le donne sono sempre state discriminate, messe ai margini, praticamente dimenticate. Chi fosse interessato può approfondire l’argomento su: https://isentieridellaragione.weebly.com/donne-filosofe.html

Perché è così difficile essere donne? Oggi come ieri? Perché ci sono ancora cose che stentano a cambiare?

Prima di voler cambiare il mondo, secondo me, è necessario cambiare testa, altrimenti non ci sarà mai via d’uscita dall’impasse.

Noi donne non siamo solo donne e basta ma  siamo delicatezza, forza che muove il mondo e genera la vita di un altro essere, mamme, mogli, compagne di vita, figlie, amiche, sorelle, nonne, creature semplicemente straordinarie in una sola persona.

Siamo un mondo nel mondo, un “macro mondo”, sempre pronte a farci forza e a rialzarci nonostante tutto. Ricordiamoci che il rispetto per la donna equivale al rispetto per la vita!

Come disse il filosofo Schopenhauerle donne non vogliono essere capite, vogliono solo essere amate”.

Auguri a tutte voi che affrontate a testa alta le vostre battaglie, e che non vi arrendete mai e che anche nei momenti di difficoltà riuscite a sorridere per tirare su il morale agli altri. Imparate ad accettarvi per come siete!

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