FanPage inchioda la “Lobby Nera” che sostiene FdI a Milano. Sulla graticola l’eurodeputato Fidanza, ex consigliere a Rosazza…

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Oggi come oggi solo i fascisti italiani sostengono che nel nostro Paese il fascismo non esista più. Non solo, la teppa che si riconosce nei disvalori del Ventennio si permette anche il lusso di schernire chiunque usi l’epiteto “fascista” per additarla. Ma è solo una copertura. Uno stratagemma per negare l’evidenza e, così facendo, tentare di rimanere nell’ombra. Una limacciosa corrente nera, carsica, strisciante, sotterranea percorre il Bel Paese, ne lambisce e talvolta intacca i gangli vitali.

In effetti, l’evidenza delle cronache nazionali dimostra l’esatto contrario, ovvero che il (neo?) fascismo italiano esiste, eccome. Di apologeti e nostalgici del Duce l’Italia è piena. Purtroppo. Certo, probabilmente alcuni di questi illuminati cospiratori antidemocratici non sono pienamente consapevoli del loro stesso “sentire”, non hanno piena autocoscienza del pastone di propaganda e dabbenaggine di cui si sono pasciuti.

Per altri ancora, proclamarsi orgogliosamente fascisti è solo una posa un po’ anticonformista. Il “celodurismo” leghista proiettato ancora più a destra… Elevato a potenza. Gente ridicola.

Già, perché in un Paese democratico, nato sulle ceneri di quel dannato regime e sul sangue della Resistenza, ancor oggi, dichiararsi apertamente (neo?) fascisti, al di là dei risvolti di natura penale, pare brutto. E giustamente, ché, piuttosto, ci sarebbe solo da vergognarsene.

Di quanto appena anticipato (e altro…) ha fornito valida testimonianza un servizio giornalistico realizzato dalla testata online napoletana FanPage. Il reportage è stato ripreso e commentato ieri sera sul La7 nel corso di “Piazzapulita”, la trasmissione di approfondimento condotta da Corrado Formigli.

Titolo: “Lobby Nera”, ovvero l’inchiesta di FanPage su Fratelli d’Italia. Ne ha relazionato Francesco Cancellato, direttore della testata partenopea, tratteggiando scenari a dir poco inquietanti, in cui, oltre alla ben nota nostalgia di molti esponenti del partito guidato da Giorgia Meloni per le dittatura in salsa nostrana, appaiono evidenti ben più gravi e perniciosi rimpianti per il nazismo e la costante contiguità con il malaffare (nella fattispecie, sotto forma di finanziamenti in nero per la campagna elettorale di FdI a Milano).

Massoni, agenti dei servizi segreti, militari in pensione, adoratori di Hitler, saluti romani e tatuaggi con la svastica sono tenuti insieme da un filo conduttore ascrivibile al cosiddetto “Barone Nero”, al secolo Roberto Jonghi Lavarini (già condannato nel 2020 a due anni di reclusione per apologia del fascismo), storico esponente dell’estrema destra neofascista milanese (è candidato alle politiche del 2018 proprio dalla Meloni).

L’altro nome che compare in modo persistenze nell’inchiesta giornalistica è quello di Carlo Fidanza, eurodeputato di FdI e, udite udite, ex consigliere comunale in quel di Rosazza, nel feudo di casa Delmastro.

È proprio Fidanza a spiegare al giornalista di FanPage come ripulire il denaro versato in nero dai sostenitori del partito per le comunali meneghine: “Abbiamo le lavatrici per il black”, assicura l’onorevole originario di San Benedetto del Tronto, già esponente di Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale.

Chissà quale immenso contributo in termini di presenza, impegno e dedizione alla causa avrà fornito il grande statista di destra Carlo Fidanza al Comune di Rosazza. Non è dato saperlo. L’unica cosa certa è che nella lista di candidati presentata dal sindaco uscente Francesca Delmastro Delle Vedove il nome di Carlo Fidanza non compare più, è stato espunto.

Che lungimiranza…

 

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