Covid-19 e taglio dei boschi cedui. L’allarme di WWF e Legambiente Circolo “Tavo Burat”

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da WWF Oasi e Aree protette Piemontesi e Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat” sul tema Covid-19 e taglio dei boschi cedui.

Il DPCM del 10 aprile, che prevede anche l’aggiornamento dei codici Ateco relativi alle attività che vanno in deroga al divieto di esercizio, include le attività selvicolturali. Il taglio dei boschi cedui, però, è regolamentato a livello regionale per cui, volendo riprendere e concludere i lavori selvicolturali in corso, i presidenti di Regione e assessori competenti in qualche modo sono stati “invitati”, a questo punto, a decretare un prolungamento dei termini in vigore fino all’estate e dunque permettere ai cantieri di rimanere attivi oltre la data fissata dai regolamenti regionali forestali e le prescrizioni di massima e di Polizia Forestale, come dimostra il Decreto del Presidente della Regione Piemonte n. 43 del 13.04.2020.

Com’è noto, il periodo per il taglio del bosco ceduo è imposto per non danneggiare gli alberi in quanto le piante così governate, per beneficiare della rinnovazione da ricacci polloniferi, devono essere tagliate durante il riposo vegetativo autunnale ed invernale…

La Determinazione regionale 143 del 14 aprile 2020 ha posticipato le date di chiusura dei tagli di cui all’art. 18, comma 1 del Regolamento forestale su tutto il territorio regionale per le categorie forestali dei castagneti e dei robinieti spostando in avanti il termine delle epoche di intervento per castagneti e robinieti fino a 600m di quota al 30 aprile, tra 600 e 1.000m di quota al 15 maggio e oltre i 1.000m di quota sino al 15 giugno

Il WWF Oasi Aree protette Piemontesi e Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat” si dichiarano decisamente contrari a questa posticipazione della data di cessazione delle attività di utilizzazione previste dalle normative in vigore, pur riconoscendo si tratti di tipologie forestali limitate e che non vengono considerate “di pregio”.

Piuttosto, il punto è: tutto ciò è compatibile con il normale svilupparsi della stagione vegetativa e climatica?

Infatti, come dimostrano i dati provenienti dai centri di ricerca sul clima (es.ISAC-CNR) quello appena trascorso è stato un inverno particolarmente mite e arido (https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-9269/inverno-2019-2020-mite-e-secco).

Questa situazione climatica ha prodotto effetti sulla vegetazione, con generalizzata anticipata ripresa vegetativa primaverile, che ha persino già spinto a inizio anno alcune province italiane ad anticipare la scadenza dell’epoca di taglio per soprassuoli sotto i 700m slm.

Tagliare le piante legnose nella loro fase di vita annuale più intensa dal punto di vista biologico espone il bosco (anche se “povero”) a gravi rischi (danneggiamento dei germogli appena ricacciati, aumento di mortalità̀ legato all’indebolimento delle ceppaie) e quindi alla degradazione, che in molti casi è già presente per cause varie, compresa la gestione non molto attenta.

Inoltre c’è da aggiungere che la fauna selvatica è nel pieno della sua attività di nidificazione e riproduzione, favorita (e anticipata) dalle temperature ottimali. Gli interventi di taglio boschivo, qualora intrapresi in questo periodo andrebbero senza ombra di dubbio a creare un grave disturbo all’avifauna nidificante e alle specie faunistiche presenti. Tali “criteri ambientali” sono tra l’altro chiaramente richiamati nel recente Decreto 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Ad avviso di WWF Oasi e Aree protette Piemontesi e di Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat” la deroga alle regole sui periodi di taglio dei cedui andrebbe dunque respinta. Tutelare adeguatamente i boschi è importantissimo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, per la biodiversità e per la mitigazione degli effetti di frane ed allagamenti che spesso colpiscono le comunità a valle.

WWF Oasi e Aree protette Piemontesi
Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat”

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