Covid-19 e mondo della scuola. Alcune riflessioni (e una lettera) di Nicoletta Favero e del PD Biellese

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Un’approfondita riflessione sulla Fase 2 e su quelle che verranno dopo. In particolare facendo riferimento al mondo della scuola. È Nicoletta Favero, ex senatrice biellese della XVII Legislatura, a mettere sul piatto le problematiche connesse a questo settore strategico per il futuro del nostro Paese. Con i colleghi del PD Biellese, ha scritto una lettera aperta indirizzata al prefetto di Biella, al sindaco e al presidente della Provincia.

Si fa un gran parlare di Fase 2 e di ritorno alla presunta normalità, ma sappiamo bene che sarà una normalità diversa da quella che abbiamo finora conosciuto. La politica e le forze sociali si devono interrogare su quale sia la via per preservare la salute delle persone e conciliarla con la ripresa della vita economica e sociale.

Da insegnante in pensione, ho sempre dedicato un occhio di riguardo alle riflessioni sul sistema scolastico ed educativo: il presente e il futuro dei ragazzi che frequentano le scuole mi sta a cuore. In questo periodo di isolamento, ma di concentrazione di comunicazione online, ho avuto modo di interrogarmi sulle problematiche relative alla riapertura delle scuole in generale, confrontandomi anche con politici di altri territori ed ex colleghi ancora in forza al Ministero dell’Istruzione.

I problemi legati alla riapertura in sicurezza delle scuole d’ogni ordine e grado sono molto complessi, se gestiti nell’ottica della salvaguardia della salute e della sicurezza di alunni e personale. Ci sono da rivedere tempi e spazi dell’insegnamento, e del trasporto pubblico, per garantire un sufficiente distanziamento fisico tra i ragazzi, con le relative implicazioni.

Vanno coinvolte altre figure professionali: pedagogisti, psicologi, medici, epidemiologi, tecnici e architetti per elaborare percorsi e proposte, per condividere visioni sulle reali possibilità di ripresa in sicurezza, a partire da una seria mappatura delle strutture disponibili sul territorio.

A questo proposito, nella speranza che siano utili al lavoro comune per una ripartenza rapida e sicura di tutte le scuole, ho raccolto le mie riflessioni in una lettera aperta consegnata ai rappresentanti istituzionali competenti in tema scolastico: al Prefetto di Biella, al Sindaco di Biella e al Presidente della Provincia di Biella.

Allego di seguito il testo integrale della lettera aperta, un contributo condiviso con il Circolo di Biella del Partito Democratico, il Tavolo scuola del PD Biellese e i suoi referenti.

Nicoletta Favero – Senatrice XVII legislatura


CONOSCERE È GIÀ RISOLVERE – Lettera aperta

Quella normalità nella quale prima ci si cullava ignari; quella normalità, ormai sospesa in attesa della ripartenza del Paese nella Fase 2 post-emergenza Covid19, con la paura e il rischio del contagio che dovrebbe sopirsi con l’entrata in campo di un vaccino e farmaci efficaci, tornerà ma sarà diversa. Come lo saremo tutti noi.

La ripresa avverrà anche e soprattutto con la ripartenza della vita scolastica nel suo spazio pubblico, nel suo spazio fisico – speriamo a settembre – quando il suono di una campanella scandirà l’inizio di un nuovo anno scolastico per una decina di milioni tra allievi, docenti, personale amministrativo, lavoratori che collaborano per il funzionamento di servizi ospitati in più di 40mila edifici e, indirettamente, per un numero elevatissimo di familiari.

Fino a qualche mese fa sarebbe stato inimmaginabile pensare a una sospensione delle attività della scuola per così lungo tempo. Una scuola all’improvviso dematerializzata nella sua essenza fatta di persone, di relazioni, di processi complessi. Abbiamo così vissuto l’ebbrezza inedita di una scuola online che piace anche se non è per tutti, perché fasce di studenti ne restano escluse per svariati motivi.

Senza quel caos frenetico del mattino prima del suono della campanella, le città si sono spente e, con la chiusura delle scuole, tutto quel mondo che ruota intorno a esse (associazioni del III settore, cooperative, aziende di ristorazione) vive nella preoccupazione di non farcela.

Prima di ripartire dobbiamo ripensare alla scuola nei suoi spazi, che allo stato attuale sono insufficienti per garantire il distanziamento fisico. Dobbiamo ripensare allo spostamento di masse di studenti in itinere nella stessa fascia oraria e riorganizzare il trasporto pubblico; così come dobbiamo progettare gli spostamenti in sicurezza degli studenti e del personale all’interno degli edifici scolastici.

Oltre a enti locali, istituzioni, docenti, personale amministrativo, uffici scolastici, sindacati che da sempre si occupano del funzionamento della scuola, in questa fase e già da ora, dobbiamo pensare di coinvolgere ancor di più altre figure: pedagogisti, psicologi, medici, epidemiologi, tecnici e architetti per elaborare percorsi, proposte e per condividere visioni da concretizzare per la ripresa nella consapevolezza che, come ricordava Nelson Mandela, “l’Educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”.

Per tutto ciò, riteniamo sia necessaria una mappatura del territorio e delle sue risorse in base alle competenze diverse per ordini di scuola: perché conoscere è già risolvere.

Qui di seguito alleghiamo alcune riflessioni su una cabina di regia funzionale alla programmazione della ripresa scolastica e alcuni spunti per poterla affrontare.

• Coinvolgimento del Comune per competenza su fascia 0-6 anni, con frequenza non obbligatoria ma indispensabile dal punto di vista pedagogico e per esigenze famiglie; primarie e secondarie primo grado con frequenza obbligatoria (Elementari e Medie, fino a 14 anni circa).

• Coinvolgimento della Provincia per competenza su secondarie secondo grado (Superiori) con variegate tipologie di spazi (presenza o meno di laboratori specifici nel professionale: cucine/officine, eccetera), diversificazioni tra licei e istituti tecnici con altre e diverse tipologie di laboratori.

• Differenze in base alla collocazione: le scuole di città sono diverse da quelle montane e rurali. Alla necessità, vissuta recentemente, di aggregare scuole per via del calo demografico e lo scivolamento verso la scelta di scuole di città di molti allievi per via del lavoro dei genitori, si contrappone ora la necessità del distanziamento funzionale alla ricerca di mettere maggiormente in sicurezza alunni e personale scolastico per evitare al massimo il rischio contagio. Questo potrebbe rilanciare l’utilizzo di scuole in zone collinari, montane e agricole, solitamente con spazi verdi a corredo, chiuse recentemente per calo alunni. C’è da individuare quali siano riattivabili e come.

• Le scuole più vecchie, costruite a inizio Novecento (ai tempi del contagio Tbc e dei canoni dell’epoca dettati da igiene) hanno aule spaziose e luminose, di gran cubatura, con alte pareti e finestroni enormi in cui il distanziamento è di maggior praticabilità, così come la possibilità di arieggiare rapidamente i locali.

• A nostro parere nelle grandi città, in presenza di classi numerose, sarà necessario sdoppiare le classi, ma per farlo è necessaria la disponibilità dei locali o procedere alla scelta dei doppi turni (già sperimentati in epoche passate).

• Problemi legati all’organico già definito: per cui la ricognizione delle risorse strutturali e umane va incrociato da parte di autonomie locali, dirigenti scolastici e uffici scolastici competenti e sindacati; va fatto il più in fretta possibile a causa dei tempi della scuola, e della sua complessità, abbinata a quella derivata dall’emergenza Coronavirus con cui dovremo convivere. Con la fine dell’anno scolastico (a cui si arriverà di fatto con didattica a distanza, là dove attivata, ed esami di maturità) ci saranno le vacanze che vedranno docenti, personale Ata e presidi turnare per le ferie fino a ripresa del nuovo anno scolastico (a settembre?) rendendo difficile il lavoro in rete che il percorso che ipotizzato richiede e che si dovrebbe realizzare quindi fin da ora, quando ormai maggio è alle porte.

• Ci sono da definire percorsi e spazi mense, palestre, spogliatoi, laboratori, aree giochi, corridoi, servizi e il loro accesso.

• Oltre a tutto questo dobbiamo ricordare la sanificazione dei locali affidata ai collaboratori scolastici, durante e dopo le lezioni (collaboratori che vanno formati perché il lavoro è delicato).

• Sul tema della sanificazione ricordiamo che le competenze acquisite dai componenti dei nuclei Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico) soprattutto da Vigili del Fuoco, Cri (anche nella componente militare) e Protezione civile permettono di avere personale preparato anche nel Biellese. Presumiamo sia necessaria l’attivazione di protocolli da parte dei rispettivi ministeri di appartenenza per concorrere alla formazione dei collaboratori scolastici e del personale, ma anche per individuare i percorsi migliori nella scuole stesse e le procedure per evitare i contagi.

• Per noi, al centro e sopra di tutto c’è l’alunno con il suo diritto all’istruzione, alla salute e alla sicurezza e la scuola deve recuperare anche il suo compito primario di combattere le diseguaglianze che proprio in questo periodo di didattica a distanza si evidenziano con forza.

• Capitolo doloroso è quello dell’insegnamento di sostegno, perché sarà da evitare il più possibile che i passi in avanti fatti dal nostro Paese, sulla via dell’inclusione in classe dei disabili, non veda un arretramento a causa della sicurezza. Sappiamo quanto per molti di loro – ma anche per gli insegnanti – il contatto fisico sia fondamentale nelle relazioni.

• Stesso grande problema negli asili nido e, più limitato ma non meno grave, nella scuola d’infanzia per l’importanza della prossemica, del linguaggio del corpo, del contatto fisico. Non osiamo immaginare come avverrà l’inserimento del bimbo nel nido con il genitore e quali i percorsi in sicurezza. Riflettendoci: ci sarà negato di partecipare come spettatori alle recite che tanto servono ai bimbi per crescere e a noi per capire, così come la partecipazione alla vita di comunità con le uscite in quartiere, così importante per la formazione e l’inclusione.

• L’utilizzo nelle scuole della didattica in presenza, a distanza e mista che determineranno la declinazione della flessibilità del tempo (l’orario frontale resta di 18 ore per i prof) e di conseguenza degli spazi scolastici.

• Apertura, coinvolgimento e collaborazione con le altre agenzie educative, che con la scuola concorrono alla crescita dei nostri figli, come oratori, associazioni sportive, educative, culturali che offrono alle famiglie e alla comunità un servizio indispensabile nell’offerta formativa, andranno supportate nei percorsi per assicurare distanziamento funzionale e nell’applicare protocolli di sicurezza.

• Facciamo tesoro di quanto sta avvenendo nelle altre nazioni che stanno riaprendo asili nido e scuole, con le quali le istituzioni scolastiche e le municipalità hanno contatti e scambi culturali: copiamo le buone pratiche e adattiamole alle nostre realtà, ma facciamo presto per non far ricadere su bimbi, studenti e famiglie colpevoli ritardi.

Tutto quanto sopra descritto ci fa concludere che è estremamente urgente attivarci secondo i ruoli e le competenze per un immediato confronto sul tema SCUOLA, sulla sua indispensabile riapertura in tutta sicurezza per allievi e personale, consapevoli, tutti insieme, dell’importanza di fare presto e bene.

Nicoletta Faverogià Senatrice della Repubblica Italiana XVII Legislatura
Rita De LimaSegretaria Provinciale Partito Democratico Biellese
Gruppo consiliare PdComune di Biella
Enrico ZegnaSegretario Circolo città di Biella Partito Democratico
Carlotta GrisorioReferente Tavolo provinciale Scuola Pd Biellese

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