Ambiente. Mentre a Biella si punta su qualità dell’aria e sostenibilità, in Regione il centrodestra spinge per nucleare e termovalorizzatori

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Come sempre, è tutto meraviglioso! Giusto ieri la giunta Corradino, a mezzo comunicato stampa, ha informato i cittadini biellesi di una delibera con la quale è stato approvato “un nuovo piano per l’utilizzo di metodi innovativi per la gestione e valorizzazione del verde urbano e dei servizi ecosistemici”.

Un segno concreto nella direzione della tutela ambientale, a fronte di una crisi climatica di cui non si può più tacere. I cambiamenti climatici sono evidenti, sotto gli occhi di tutti, e la delibera di cui sopra è un bel segnale di sensibilità e attenzione dell’esecutivo cittadino nei confronti di una transizione ecologica davvero ineludibile.

Ci ha fatto piacere ricevere quel comunicato stampa, e rilanciarlo. Si parla di qualità dell’aria e sostenibilità, un binomio importante che si abbina a tutte le varie declinazioni green che dovrebbero accompagnare la società contemporanea verso la soluzione (si spera…) di un problema fondamentale, soprattutto per le future generazioni.

Peccato che in Regione i compari dei leghisti biellesi, e non solo loro, assumano risoluzioni (“atti di indirizzo”) di segno diametralmente opposto, occultandoli dolosamente sotto lo stesso cappello della tutela ambientale…

In buona sostanza, a Torino si spinge verso il nucleare e i termovalorizzatori, proprio mentre nel Biellese da qualche settimana si assiste al braccio di ferro tra gli oppositori all’inceneritore di Cavaglià e quei pochi, beceri portatori di interessi economici e di “posizione” che confliggono apertamente sia con la tutela ambientale che con la salute pubblica.

Il sito internet del Consiglio regionale riporta l’ordine del giorno 741 “Sensibilizzazione alle problematiche e alle dinamiche connesse al cambiamento climatico al fine di rivedere la politica energetica nazionale”, primo firmatario Andrea Cane (Lega). Con questo atto si vuole impegnare la giunta regionale “a sensibilizzare il Governo per rivedere la politica energetica nazionale in modo da prendere maggiormente in considerazione proposte di produzione energetica alternative, come le centrali nucleari di ultima generazione, l’idrogeno e la termovalorizzazione dei rifiuti e aumentando le estrazioni nei giacimenti di gas nazionali”.

Ecco, è il solito giochino: lanciano il sasso e poi nascondono la mano. Basta leggere il testo di un altro ordine del giorno, a firma Paolo Ruzzola (Forza Italia), icasticamente intitolato “Azioni di contrasto ai cambiamenti climatici”, per mezzo del quale si impegna la giunta regionale “a potenziare la prevenzione delle cause alla base dei cambiamenti climatici, agendo sulle diverse matrici ambientali, e a porre in essere ogni sforzo utile per ridurre gli impatti antropici che determinano squilibri non sostenibili sui diversi ecosistemi”.

Forse arriverà il giorno in cui la destra italiana, a tutti i livelli (da Roma a scendere) riuscirà a fare pace con il proprio cervello e a comprendere che gli interessi di parte, economici, politici, elettorali eccetera non sono più compatibili con la tutela ambientale, che non ha colore. Come ogni emergenza che sia davvero tale.

Peccato che quel giorno non sia oggi, e purtroppo non è dato sapere quando arriverà. La speranza è che non arrivi dopo che i buoi saranno scappati.

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