Allontanamento zero. Parole shock dell’assessore Caucino: “Accetto critiche, ma non da donne senza figli”

0

«Con il disegno di legge “Allontanamento zero” stiamo toccando interessi per quasi 60 milioni, è questo il valore annuale del sistema infanzia in Piemonte, capisco che ci sia chi si preoccupa. Spostiamo i fondi per darli alle famiglie, è questo che preoccupa. C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli», sono affermazioni pesanti come macigni, quelle dell’assessore con delega ai Bambini della Regione Piemonte, la biellese Chiara Caucino.

Esternazioni pirotecniche – non c’è che dire – fatte nel corso di un incontro organizzato oggi, martedì 18 febbraio, a Torino, dal Comitato Cittadini per i Diritti Umani, contrario agli affidi. Tali e tante parole (da delirio di onnipotenza, francamente, ma – si sa – chi sta con lo zoppo…) per giustificare il provvedimento mediante il quale il 40% delle risorse sarà dirottato dai Servizi Sociali direttamente alle famiglie.

Fin dall’uscita delle prime Ansa e poi a breve giro di posta dalla pubblicazione di un video su Youtube, si è sollevata una raffica di proteste ad altezza uomo. Donna, nella fattispecie…

Insorge il PD regionale, e non solo quello, perché dalla propaganda, l’assessore Caucino è passata inopinatamente agli insulti («C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli»). Che le destinatarie, ma non sono solo le donne ad essersi infuriate, rispediscono al mittente con forza, come un pesantissimo e precisissimo boomerang.

Paolo Furia, biellese pure lui, con i gradi da segretario regionale del Partito Democratico, non le manda certo a dire: «Dopo Icardi che vorrebbe chiudere i dinosauri del PD in una torre, è la volta di Caucino che vuol tappare la bocca a chi contrasta la sua proposta di legge su Allontanamento Zero pur non avendo figli. Neanche troppo velato riferimento a chi tra le nostre fila sta seguendo, con competenza e tenacia quotidiana, la battaglia, condivisa da Servizi Sociali, Istituzioni e Associazioni contro la sua propagandistica proposta di legge. Siamo dunque già al secondo insulto e offesa personale nei riguardi di qualcuno di noi da parte di assessori regionali di questa “moderatissima” Giunta. Ora basta. Il Presidente Cirio perderà credibilità se non interverrà subito nel mettere fine a questa sceneggiata dell’assessore Caucino. La quale, avendo dimostrato di non essere all’altezza del ruolo, dovrebbe dare le dimissioni seduta stante e chiedere scusa a chi ha offeso».

Anche Nicoletta Favero, ex senatrice dem ed ex insegnante, non ci sta: «Leggo con stupore le dichiarazioni dell’assessore Caucino che, se non fossero state espresse da un’importante esponente della Regione Piemonte che ricopre un delicato ruolo all’interno della giunta Cirio, avrei classificato come PATETICHE, invece le ritengo gravi. Perché disprezza le donne che non sono mamme, anzi nella sua accezione mi sembrerebbero solo fattrici e portatrici di diritti che a me son negati, oltre alla proprietà dei figli, quella di criticare una legge che parla di bambini, la legge che lei ha partorito denominata “Allontanamento zero”. Cosa c’entra la maternità con la critica ad una legge? Decide lei quando e chi può criticare in base ad una o più caratteristiche? Saremo selezionate noi donne piemontesi e decide la Regione? Che ne dice di una come Madre Teresa di Calcutta? Non si sarebbe mai dovuta occupare di bambini allora, né avrebbe potuto criticare leggi che se ne occupano. E nemmeno una come me, che figli non ne ha, ma per lavoro e vocazione non ha fatto altro per tutta la vita che occuparsi dei figli altrui, dovrebbe azzardar critiche? Usare i bambini poi, anche i propri, come fossero degli scudi, esibire sui palchi quelli altrui come trofei, chiamarli sempre in causa non è un bel segnale. I bambini si servono, non ci si serve di loro. E i bambini non sono di proprietà di NESSUNO, sono uno splendido dono».

Se già il disegno di legge regionale partorito dall’assessore Caucino piace molto poco, soprattutto tra gli addetti ai lavori, le sue dichiarazioni non fanno altro che gettare altra benzina sul fuoco. Invece di abbassare i toni e provare a trovare soluzioni più o meno condivise, uomini e donne della Lega (e Biella non fa eccezione) continuano a tentare la conquista delle vette per poter dire di aver piantato la loro bandierina personale. Attenzione, però, l’alta quota, spesso, gioca brutti scherzi…

Condividi:

Commenti chiusi