Rotary Club Biella dona all’ospedale nuovo strumento per il controllo del benessere fetale: ora il “Blocco Parto” è all’avanguardia

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Al Blocco Parto dell’Ospedale di Biella è ora attivo un nuovo cardiotocografo STAN per il controllo del benessere fetale, macchinario presente nei Punti Nascita più importanti e all’avanguardia d’Italia. Si tratta di una donazione del Rotary Club Biella del valore commerciale di circa 40mila euro che consente alla Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ASLBI di dotarsi di un’innovativa apparecchiatura, strategica in Sala Parto, perché utile quando il travaglio rientra in situazioni di particolare complessità. La presentazione è avvenuta ieri, giovedì 25 maggio, nella Sala convegni del nosocomio cittadino.

Il progetto di donazione è stato promosso dal Rotary Club con il Gruppo Prealpi ed è il risultato di una vera e propria sinergia, trovando l’appoggio anche del Rotaract Biella, del Distretto 2031, della Rotary Foundation International (Evanstone) e dei Club esteri di Villefranche en Beaujolais, Menton e Taipei.

STAN (acronimo che sta per ST-Analysis) è uno strumento che integra la cardiotocografia tradizionale, ossia la registrazione dell’attività cardiaca del feto e le contrazioni uterine con l’analisi dell’elettrocardiogramma fetale. In questo modo viene messa in evidenza l’eventuale riduzione dell’ossigenazione del cuore identificabile proprio con il “tratto S-T” dell’elettrocardiogramma come citato nell’acronimo.

Con il sistema tradizionale si coglie la sofferenza fetale unicamente con la frequenza cardiaca, questo strumento aumenta l’accuratezza nel rilevare la ridotta ossigenazione dell’organo principale del feto che è il cuore, quindi mette in evidenza precocemente la sofferenza del feto, consentendo in questo modo ai professionisti di intervenire in tempi più rapidi.

Bianca Masturzo, Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ASL di Biella, spiega che «possiamo immaginare il travaglio come una corsa e il bambino come un maratoneta che deve arrivare al traguardo stanco ma sano, con le energie necessarie per fare i primi vagiti. Questo cardiotocografo viene impiegato in quelle casistiche, definite da linee guida nazionali, in cui la complessità del travaglio può beneficiare dell’esecuzione di un elettrocardiogramma del feto al fine di valutare se ed eventualmente quanto quel bambino sta reggendo la riduzione di ossigeno, ovvero l’ipossia. Grazie a questo macchinario è infatti possibile integrare due tipologie di analisi: la cardiotocografia fetale, ovvero la registrazione del battito del feto e delle contrazioni, con l’elettrocardiogramma fetale. In questo modo si può valutare anche il livello di ossigeno e quindi la condizione del bambino durante il travaglio, momento che richiede un grande dispendio energetico anche da parte del nascituro».  

Il cardiotocografo STAN prevede una sonda interna che viene posizionata sulla testa del bambino, in questo modo il segnale ottenuto con la rilevazione è sempre presente, anche durante situazioni particolari in cui si potrebbe perdere momentaneamente la rilevazione del battito cardiaco del feto.

Questo strumento in Italia si trova in un numero limitato di strutture sanitarie e permette di fare la differenza nelle situazioni di travaglio più complesse, riducendo al contempo il ricorso a tagli cesarei non necessari. Lo STAN viene, infatti, utilizzato nelle gravidanze caratterizzate da un travaglio che richiede un monitoraggio continuativo, condizione clinica definita da apposite linee guida definite all’interno di protocolli internazionali.

Per poter utilizzare lo STAN è necessario che all’interno del reparto siano presenti professionisti che, a seguito di un apposito percorso formativo, abbiano conseguito un’apposita certificazione europea. Presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Biella sono presenti due medici, tra cui il Direttore, Bianca Masturzo, e la ginecologa, Rossella Attini, proveniente all’Ospedale Sant’Anna di Torino e che ad inizio maggio ha preso servizio a Biella: entrambe, oltre ad aver conseguito la certificazione, ricoprono il ruolo di docenti nell’ambito di corsi in medicina materno fetale.

Lo STAN è uno strumento che si trova in pochi centri in Italia, prevalentemente in quelli universitari, averlo pertanto a disposizione pone l’ASL di Biella nella condizione di offrire prestazioni sanitarie di alto livello alle future mamme.

«Dare il proprio contributo nel sostegno all’innovazione digitale concentrandosi su aspetti vitali, in un ambito della sanità in cui gli investimenti sono particolarmente necessari e mirati al paziente, è la dimostrazione della grande lungimiranza e sensibilità del Rotary Club di Biella nel solco di quanto già fatto negli ultimi anni ed anche durante la pandemia Covid-19 – ha così commentato Andrea Franciosi, Presidente del Rotary Club -. Proteggere madri e bambini rappresenta, insieme a promuovere la pace, combattere le malattie, fornire acqua pulita, sostenere l’istruzione, sviluppare le economie locali, tutelare l’ambiente, le sette aree di intervento sulle quali il Rotary concentra i suoi progetti per massimizzarne l’impatto attraverso sovvenzioni globali e altre risorse. Queste aree riguardano questioni umanitarie e bisogni che i Rotariani, da molti anni, stanno affrontando sfruttando il network nazionale ed internazionale senza distinzione di etnie nel principio di uguaglianza universale».

«La Direzione Generale ASLBI è profondamente grata al Rotary Club che è costantemente al fianco della Sanità biellese, con donazioni che non solo rispondono ad un preciso bisogno di salute, come quelle per la chirurgia oncologica o durante la recente pandemia, ma che – ha spiegato il Direttore Generale ASLBI, Mario Sanò – rientrano in un progetto complessivo di innovazione che punta a innalzare il livello tecnologico dell’ospedale, al fine di rendere la struttura attrattiva per i professionisti e capace di offrire ai cittadini standard qualitativi allineati ai maggiori centri sul territorio nazionale».

c.s.

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