Quando si diventa parlamentari per censo e non per meriti (o almeno in virtù di lunga militanza tra le fila di un determinato partito), capita di straparlare. Poi c’è la Lega. Noi biellesi lo sappiamo bene, in particolare da quando abbiamo la ventura di essere rappresentati da Cristina Patelli a Montecitorio.
L’ineffabile onorevole Patelli, l’appellativo “ineffabile” se l’è conquistato sul campo, come galloni sull’uniforme, è solita regalare al territorio (ché oltre i confini della provincia difficilmente qualcuno se la fila) perle di infinita saggezza, e sagacia politica. Roba da far venire la pelle d’oca…
Pur facendo fatica a ricordare un solo intervento sensato dalla parte dell’onorevole leghista, siamo sicuri che la gran parte della sua “funzione parlamentare” sia stata tagliata su misura per denigrare Lucia Azzolina, quando era ministro dell’Istruzione, e anche ore che non lo è più. Oltre a questo, il nulla assoluto.
Dal momento che oggi non può più prendersela direttamente con la ministra, visto che in viale Trastevere a reggere le redini del dicastero c’è Patrizio Bianchi, l’ineffabile Patelli, tra una mattinata alle prese con il suo decespugliatore preferito e un pomeriggio trascorso ad insaponare la tavola da surf in attesa che le costruiscono la diga sul Sessera, continua a diffondere baggianate sul conto di Lucia Azzolina.
Quest’ultima, ad un certo punto (ha già sopportato fin troppo!), si è stufata. E pochi giorni fa le ha chiesto, senza mezzi termini, un confronto diretto al cospetto della stampa biellese per fare un po’ di chiarezza sulle panzane che l’ineffabile va raccontando ormai da troppo tempo. Gli allibratori erano sicuri di come sarebbe andata a finire: davano il sì 100 a 1. Infatti è arrivato lo scontatissimo “niet” della Patelli (si veda Eco di Biella in edicola oggi).
«Cristina Patelli scappa – afferma Lucia Azzolina -. La deputata della Lega rifiuta di confrontarsi pubblicamente con la sottoscritta sulla scuola. Era prevedibile: il contraddittorio farebbe emergere tutta la sua ignoranza sul tema. Patelli, invece di parlare davanti ai giornalisti del territorio, preferisce i social dove può scrivere quello che vuole senza essere smentita. Dice Patelli di non poter partecipare al confronto perché “ha altro a cui pensare, come i docenti precari”. Allora, mentre ci pensa, io le ricordo che è solo grazie al concorso straordinario che ho bandito io da Ministra che quest’anno sono stati assunti migliaia di docenti precari».
«Non mi arrendo – continua l’ex ministro dell’Istruzione -. Io sono disponibile per un sano dibattito. Abbia il coraggio di metterci la faccia, non si nasconda dietro ad uno schermo. Si presenti al confronto, le garantisco che sarà l’occasione per imparare qualcosa sulla scuola e dare così finalmente un senso al ruolo che ricopre (responsabile regionale per la Scuola in Piemonte, ndr). Non faccia come già il suo capo Matteo Salvini: anche lui un anno fa rifiutò un dibattito pubblico sulla scuola, preferendo dire che le scuole erano lager con le mascherine. Oggi tace. La Lega anche in Piemonte non ne azzecca davvero una, basta pensare ai deliri dell’assessora regionale Chiara Caucino che sui vaccini parla di “bambini usati come cavie”, come riporta stamani un articolo de La Stampa. Ma questa è un’altra storia».
Il pesce puzza dalla testa, recitava un vecchio adagio popolare…
Scappa Salvini, davvero vogliamo che non scappi l’ineffabile Patelli?!?!
Suvvia.