Nel giorno dei funerali di Willy Monteiro Duarte anche Biella dice NO alla violenza: “Occorre cambiare paradigma”

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Oggi è il giorno del lutto, il giorno del dolore. Il giorno in cui nel campo sportivo di Paliano, in provincia di Frsinone, è stato celebrato il funerale di Willy Monteiro Duarte, il 21enne barbaramente e vigliaccamente assassinato a Collefferro.

La sua unica colpa è quella di essere un bravo ragazzo, altruista e coraggioso. E di avere il colore della pelle diverso dalla nostra.

Centinaia di persone che indossavano t-shirt e camicie bianche hanno preso parte alle esequie. Tra loro c’era anche il premier Giuseppe Conte, che ha abbracciato i genitori e la sorella del ragazzo dicendo loro: «L’Italia è con voi, vi vuole bene».

Qualche ora dopo, intorno alle 16.30, a Biella, ha preso il via un flashmob organizzato via social per ricordare il gesto di questo 21enne, nato e cresciuto in Italia. Un ragazzo benvoluto e apprezzato da chiunque l’abbia conosciuto. Aveva la pelle scura, Willy, ma era a tutti gli effetti un nostro connazionale.

Non c’era tantissima gente, in piazza Duomo. Anzi, ce n’era poca, purtroppo, a testimonianza di quanto l’indifferenza sia il peggiore dei mali che affliggono la nostra società. Se un concetto è stato chiaramente espresso dalle persone che hanno preso la parola, è che bisogna cambiare paradigma, a cominciare dai bambini.

A partire dalla scuola, dai valori, quelli che si stanno perdendo all’interno di una società che ha estremizzato i concetti di successo e competizione. Cambiare rotta, invertire la marcia. Tornare ad un pensiero plurale: non più sempre e soli “io”, ma “noi”, anche.

Da dove si comincia? Ad esempio dai voti a scuola : «Non vanno bene», ha sottolineato Alessandro Pizzi svestendo i panni del politico e indossando quelli del docente.

Niente simboli di partito, solo una riflessione trasversale, perché il tema della violenza ci riguarda tutti, indistintamente. Cambiare il paradigma, come si diceva, perché siamo circondati da troppa violenza.

Quella che ha ucciso Willy è solo la punta dell’iceberg, ma quanta violenza, a ben guardare, si annida anche nei più piccoli gesti della nostra quotidianità? Quanta indifferenza? La giustizia sociale è il paradigma. A patto che lo sia a 360°, a patto che ci sia la volontà di agirlo, questo cambiamento.

«Non esprimendo in alcun modo il nostro dissenso – ha sottolineato Stefania Broglia (foto accanto) durante il flashmob –, lasciamo intendere che riteniamo accettabile la situazione attuale. Io la ritengo intollerabile, inaccettabile, inumana. Per questo non posso non prendere le distanze da questa condizione. Non esistono solo persone sensibili, esistono anche le persone sensibili che non dicono nulla. Che non potrebbero mai essere al posto degli assassini di Willy, ma non sarebbero nemmeno intervenute, come invece ha fatto lui contro un sopruso. Sono queste le prime coscienze da smuovere».

Non possiamo che chiudere con le parole del padre di Willy: «Mio figlio non è morto invano se è vero che ha tentato di salvare un’altra vita».

Come recita un vecchio adagio popolare, “la mela non cade mai lontano dall’albero…”

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