Modello 730. Dichiarazione dei redditi per dipendenti e pensionati: cosa cambia se si vende casa?

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Ogni anno, arriva sempre quel momento in cui dipendenti e pensionati devono provvedere alla dichiarazione dei redditi, attraverso il Modello 730. All’interno di questo modello è essenziale riportare tutte le spese sostenuto durante l’anno precedente, ai fini delle detrazioni IRPEF.

Di fatto, la maggior parte delle tasse legate al lavoro svolto o alla pensione percepita, vengono calcolate sulla busta paga. Tutti i redditi aggiuntivi, derivanti, ad esempio, da una seconda attività o da una rendita immobiliare vanno dichiarati all’interno del modello 730, perché soggetti a tassazione.

Allo stesso modo, è opportuno riportare tutti i costi sostenuti, come ad esempio le spese sanitarie detraibili, per ottenere rimborsi sulla tassazione.

La dichiarazione dei redditi può essere effettuata autonomamente, sul modello precompilato disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate o attraverso un sostituto d’imposta, un professionista o ufficio adibito a questo compito, attraverso apposita delega.

Quest’ultimo, in particolare, può essere un commercialista, un CAF o qualunque altro professionista abilitato.

Le tasse calcolate sulla dichiarazione dei redditi possono essere pagate in un’unica formula o rateizzate a partire dal mese di luglio e fino a novembre, quando generalmente viene versato l’anticipo IRPEF per l’anno successivo. I rimborsi, invece, vengono erogati nei mesi estivi.

Cosa succede però se durante il periodo oggetto di tassazione fiscale viene effettuata una vendita immobiliare?

Non tutte le vendite sono esenti da tassazione. In alcuni casi queste vanno riportate nelle dichiarazioni dei redditi e sono oggetto di tassazione da parte del fisco.

In tal senso ci giunge in aiuto una risorsa molto valida sulle tasse e dichiarazione dei redditi per vendita casa, elaborata dal team di professionisti di Dove.it, agenzia immobiliare online leader nel comparto delle compravendite.

Nel testo vengono approfondite le casistiche in cui il dichiarante è tenuto a corrispondere una tassa sull’immobile, generalmente legata alla plusvalenza sulla vendita di un immobile acquistato negli ultimi 5 anni.

A prescindere da questo, è comunque necessario sostenere i costi delle spese notarili, che prevedono un’imposta catastale, una ipotecaria, entrambe pari a 50 euro, a cui si aggiunge il 9% sul valore catastale dell’immobile, per l’imposta di registro e quella sul valore aggiunto che varia dal 4% su prima casa, fino al 22% su immobili di lusso.

Nel testo si possono inoltre approfondire i casi di appartamenti ricevuti in eredità, donazione o usucapione e quelli venduti oltre i 5 anni dall’entrata in possesso.

Vendere, casa, però, non è un processo semplice. Richiede tempo, capacità ed energia perché la trattativa vada a buon fine e a vantaggio di entrambe le parti. Spesso non si sa da dove iniziare ed è più semplice rivolgersi a un’agenzia immobiliare che si occupi di tutto, piuttosto che provvedere in autonomia.

Prima di lanciare la propria proposta sul mercato delle vendite immobiliari, di fatto, è necessario quantomeno effettuare una valutazione dell’appartamento, che sia quanto più precisa e calzante possibile rispetto alla tendenza del mercato locale.

Pena un allungamento dei tempi di vendita o, al contrario, una vendita sottostimata dell’immobile.

Molte agenzie si propongono di effettuare valutazioni gratuite, salvo poi vincolare il cliente con clausole sull’esclusiva di vendita, che, generalmente, prevede l’esborso di una commissione da corrispondere al mediatore quando la trattativa va a buon fine, e calcolata sul prezzo di vendita.

Non tutte le agenzie, però, operano in questo modo.

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