Lo sbattono in prima pagina con un titolo “fake”: infuriato, il sindaco di Bioglio sbugiarda il giornale

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Quando stamattina Stefano Ceffa ha letto il titolo che campeggiava in prima pagina sul bisettimanale biellese fresco di stampa, è andato su tutte le furie. In apertura di giornale, taglio alto, con tanto di foto che lo ritrae sorridente, si legge: “Minacce di morte al sindaco di Bioglio”. 

L’occhiello spiega: “Per una vicenda di affidi familiari trattata come presidente del Cissabo”.

Già, proprio così, peccato che NON sia assolutamente vero. Si tratta, in realtà, di un semplice richiamo ad effetto, perché l’articolo all’interno del giornale (a pagina 41, per la precisione) non fa minimamente cenno alle presunte intimidazioni subite dal primo cittadino.

Come mai? Semplicissimo. Nessuno ha minacciato di morte nessuno. Chi ha scritto l’articolo lo sapeva benissimo, chi ha pensato il titolo che poi è finito nelle rotative evidentemente no.

Quindi? Nulla.

Cosa non si fa per vendere 10 copie in più. E non è certo la prima volta. Ma un conto è “condire” un titolo per incrementarne l’appeal, altra cosa è sparare random notizie false…

L’argomento è noto, ne abbiamo scritto ben più di una volta e, ancorché repetita iuvant, preferiamo lasciare voce alla puntuale ed elegante (la classe non è acqua, recita l’adagio popolare) smentita del sindaco di Bioglio.

Il primo cittadino ha preferito utilizzare la sua bacheca Facebook per sbugiardare la testata in questione: «Leggo con dispiacere il titolo “Minacce di Morte al sindaco di Bioglio”, apparso in prima pagina sul giornale “Il Biellese” di oggi, 9 giugno 2020. Al riguardo intendo chiarire di non avere ricevuto alcuna minaccia di morte, né come sindaco di Bioglio, né come presidente del Cissabo di Cossato. Ribadisco, come correttamente riportato nel corpo dell’articolo, di avere ricevuto delle telefonate vaneggianti da parte di una donna (ritengo già seguita dai servizi sociali), che con frasi sconnesse, mi attribuiva impropriamente il fatto che le sia stata “portata via la figlia” da parte del Cissabo. Non ho sporto e non intendo sporgere alcuna denuncia per l’accaduto, che ritengo debba essere risolto con un adeguato programma di sostegno sociale da parte degli Enti preposti».

Non è dato sapere se, a causa di questo nuovo capitombolo, i prelati biellesi proprietari del giornale abbiano (o meno) pietito indulgenze affidandosi fiduciosi alla divina benevolenza.

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