L’ha Cannata di brutto il vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli: fenomenologia di un leone da tastiera

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Figlio naturale del vecchio “celodurismo” di bossiana memoria, l’attacco sistematico, possibilmente impreziosito dall’ingiuria, dalla minaccia, dalla cattiveria gratuita, dall’intolleranza verso la diversità di qualsivoglia specie, porta certa politica a cadere nei suoi stessi tranelli.

Non si tratta di colpi alle spalle provenienti dal “fuoco amico”, ma di veri e propri scivoloni negli inferi della comunicazione (spesso social) dovuti al clima di generale violenza e aggressione verbale dominante.

L’ultimo a lasciarsi irretire dagli strumenti di distruzione dell’avversario (politico?) tanto in voga sui social network del Belpaese è stato il vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli, tale Giuseppe Cannata (Fratelli d’Italia).

In un post su Facebook (che riportiamo in foto) l’amministratore vercellese scrive testualmente: “E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti, ste lesbiche, gay e pedofili”. Ora, ci pare che la prima, evidente, “bestemmia” sia già connaturata al tono generale del post. La seconda è l’esortazione alla violenza contro lesbiche e gay. La terza, anch’essa irricevibile, è l’equiparazione di lesbiche e gay ai pedofili. Ormai siamo al delirio (sarà il caldo?).

E non serve proprio a nulla l’autodifesa fuori tempo massimo del Cannata (l’ha cannata proprio di brutto…) il quale sostiene di avere “tanti amici omosessuali che stimo e a cui voglio bene”.

Il Pd biellese ha pubblicato un contro-post di risposta al “Fratello” della Bassa in cui si legge quanto segue: “Prendiamo atto del suo distanziarsi dalle sue stesse parole di qualche ora prima, ma le sue scuse non sminuiscono la gravità inaccettabile delle sue dichiarazioni. Il Partito Democratico Biellese ha letto troppi Cannata nei commenti di Facebook in questi mesi. Le parole sono importanti, recitava Nanni Moretti in uno dei suoi film più famosi, a maggior ragione, aggiungiamo noi, se espresse da chi riveste un ruolo pubblico”.

“Il Partito Democratico Biellese  – continuano dalla segreteria di via Trieste – esprime dunque la sua massima solidarietà a tutte le persone attaccate dall’esecrabile commento del dott. Cannata e ad Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, di cui condivide e fa proprio il comunicato e la richiesta di dimissioni del vicepresidente del Consiglio Comunale di Vercelli. Come Segreteria del Partito Democratico Biellese, ma soprattutto come persone, riteniamo che il rispetto dei diritti sia un valore insostituibile che deve connotare ogni azione dell’uomo”.

Ci troviamo di fronte alla solita invettiva del leone da tastiera, una nova sottospecie di utente digitale partorita dai social. Facebook, in particolare, è il suo territorio di caccia. Il leone da tastiera, di norma, alligna sulle pagine di quel social, ma di rado è il primo ad attaccare. Per lo più, questa fauna machista e meschina (incredibilmente declinabile anche al femminile…) aspetta, acquattata, che sia qualcun altro a “gerere bellum”, per poi intervenire a gamba tesa con il piede a martello. Intervento da cartellino, per intenderci. Poi, spesso, fanno marcia indietro, chiedono scusa, esternano contrizione e attestati di stima verso chi, un attimo prima, hanno ridotto al rango si sub-umanità.

Ma le parole, che piaccia o no, hanno un peso, innsecano reazioni di causa-effetto. Feriscono. Talvolta uccidono. Non ci bastano le scuse ex post, non ce ne facciamo proprio nulla.

Intanto, il vice presidente del Consiglio comunale di Vercelli è stato iscritto dalla locale Procura della Repubblica nel registro generale delle notizie di reato per istigazione a delinquere aggravata.

Sui social, evidentemente, non si può scrivere tutto quello che ci passa per la testa…

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