Lettere alla redazione. Università Popolare Biellese, poco rispetto per le norme anti Covid ancora in vigore

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Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, non si parla più di Covid. Sembra che la pandemia sia scomparsa, come per magia, dai palinsesti televisivi e radiofonici come dalle colonne dei giornali. Non per questo sono però decadute le norme anti contagio. La costante decrescita della curva pandemica non autorizza ancora a pensare di esserci definitivamente liberati del virus, di aver finalmente sconfitto SARS-CoV-2 e le sue varianti. Meglio aspettare almeno la fine dell’inverno per il fatidico “liberi tutti”. Ancora pochi giorni fa, in effetti, si sentivano e leggevano molti appelli alla prudenza e alla responsabilità. A non abbassare la guardia, insomma. Non troppo, per lo meno.

Stamattina abbiamo ricevuto via social il testo (firmato) di un nostro lettore iscritto ai corsi dell’Università Popolare Biellese (UBPeduca). Pare che nella sede di via Delleani 33 il rispetto dei decreti legge ancora in vigore, e volti a limitare il contagio, sia un pochino… allegro.

Qui di seguito la missiva.

Buongiorno,
scrivo questa lettera poiché, a distanza di qualche mese dall’iscrizione ad un corso presso l’Università Popolare Biellese, mi ritrovo ad avere alcune perplessità sul modus operandi della stessa UPB nell’applicazione delle norme, ad oggi ancora previste dai decreti vigenti, sul contenimento del contagio e quindi della diffusione del Covid-19.

Personalmente, non mi è mai stato richiesto il Green Pass, in nessuna delle sue forme (base o rafforzato), né al momento dell’iscrizione, né durante alcuna delle lezioni a cui ho preso parte, così come, da quanto so, è stato anche per altre persone che frequentano la sede e con le quali ho avuto modo di confrontarmi.

Fermo restando che, se non erro, il possesso del green pass rafforzato sia un requisito necessario per l’accesso ai corsi stessi, inizialmente, avevo quantomeno ipotizzato un controllo a campione che, almeno una volta avrebbe dovuto verificarsi nel corso dei mesi ma, di fatto, non è mai (ancora?) stato effettuato.

Questa perplessità viene inoltre corroborata dalla presenza quasi costante di alcune persone, spesso le stesse, che stazionano nell’ingresso della sede, chiacchierando tra loro senza indossare la mascherina e senza un distanziamento minimo, che trattandosi di un locale al chiuso dovrebbe essere quanto mai rigoroso.

Non è mai stata misurata, nemmeno a campione, la temperatura dei corsisti. Il fatto che nulla sia mai stato richiesto non porta ad escludere che, tra gli iscritti, vi possano essere persone che, di fatto, non sono in possesso del green pass.

A proposito di distanziamento, se quello tra le persone non viene rispettato, al contrario, il distanziamento dalle norme ancora in vigore pare essere decisamente marcato.

LETTERA FIRMATA

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