Inceneritore a Cavaglià e discarica d’amianto a Salussola. Europa Verde Biella dice “NO”, Pizzi: “Uno sfregio per tutto il Biellese”

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Comprendere come inceneritori e discariche d’amianto si sposino con la vocazione turistica, vera o presunta che sia, di questo territorio è un “mistero gaudioso”. Eppure, sembra che al biellese medio delle iatture rappresentate da diossina, polveri sottili e asbesto non importi nulla, tanto mica costruiscono in città. I siti interessati sono Cavaglià e Salussola (località Brianco), ma siamo davvero sicuri che poche decine di chilometri possano rappresentare un salvacondotto sufficientemente sicuro per scongiurare problemi di salute pubblica in tutta la provincia? No, non lo siamo, ma è meglio non pensarci, rimandare il problema a domani. Quando, forse, il danno sarà fatto, il latte ormai versato…

Proprio per questo occorre muoversi per tempo, occorre informare la cittadinanza sui rischi ai quali va incontro per un eccesso di leggerezza, per aver conferito una sorta di delega in bianco ad una classe politico-amministrativa assolutamente non all’altezza, miope, interessata solo a traccheggiare, a navigare a vista nell’intento di conservare (e accumulare) poltrone e poltroncine, potere (si fa per dire) e vantaggio economico personale a scapito di un’intera collettività.

Proprio per questo stamattina Europa Verde Biella ha organizzato un sit-in davanti al Duomo e un banchetto in piazza Santa Marta, a Biella. Per sensibilizzare e informare i cittadini su cosa sta per “piovere” sulle loro teste, senza che nessuno dica o faccia qualcosa per impedirlo. Anzi, sembra quasi che vocazione turistica, transizione verde, inceneritori e discariche siano tutti tasselli dello stesso mosaico. Ovviamente non è così, e Alessandro Pizzi, armato di megafono ha cercato di spiegarlo ai tanti passanti che di sabato mattina affollano via Italia.

«Siamo qui in piazza per dire un NO chiaro e deciso al progetto di inceneritore che A2A vuole costruire a Cavaglià. Un impianto che dovrebbe bruciare quasi 300 mila tonnellate di rifiuti all’anno ma che non porterebbe al territorio nessun tipo di beneficio, e che sorgerà all’interno di un’area già devastata dalle discariche. Non ultima quella collocata sulle falde acquifere e in mezzo alle risaie del Brianco di Salussola. Parliamo di un impianto che al contrario di quanto sostiene l’assessore regionale Marnati non risolverebbe il problema dei rifiuti, anzi, diventerebbe solo un grande camino per bruciare rifiuti speciali non pericolosi, ovvero materiali che potrebbero tranquillamente essere riutilizzati, alimentando le buone prassi dell’economia circolare», argomenta Alessandro Pizzi.

«I venti che sappiamo essere diretti da sud-est verso nord, nord-ovest porteranno in poco tempo l’aria del Biellese ad essere satura di inquinanti – continua il co-portavoce piemontese di Europa Verde –, anche qualora le emissioni dell’inceneritore siano a norma di legge. Perché a queste emissioni andranno a sommarsi quelle che già insistono su tutta la Pianura Padana. Dobbiamo assolutamente evitare di trovarci di fronte ad un problema di questo tipo, lo dobbiamo ai nostri figli e a chi verrà dopo di noi. Altrimenti che senso ha chiedere ai biellesi di continuare a fare attenzione quando differenziano i loro rifiuti, quando fanno la spesa al supermercato se poi si mette tutto nello stesso impianto e si brucia quello che c’è dentro».

«Oggi si parla di rifiuti speciali non pericolosi, ma domani sicuramente gli assimilati agli urbani e poi gli urbani verranno bruciati, perché con un inceneritore sul territorio acceso H24 è normale che succeda questo. Ma noi non ce lo possiamo permettere, siamo un territorio a vocazione agricola, turistica ed ecosostenibile. Si sta spingendo il tessile verso scenari sempre più green, abbiamo ricevuto il riconoscimento Unesco che implica anche risvolti di sostenibilità e benessere, poi costruiamo discariche e inceneritori? Sarebbe uno sfregio per tutto il territorio, per la salute dei suoi abitanti e anche, non ultima, per la sua economia», conclude Pizzi.

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