“Il Gallo” non canta a Biella. Uscita di scena… a gamba tesa del Toro: i granata annullano il ritiro in città

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Tormentone Toro. Salta il ritiro dei granata a Biella e, giustamente, i giornali in edicola oggi, giovedì 20 agosto, ci fanno l’apertura in prima pagina. È pur sempre una notizia di rilievo, per il capoluogo laniero.

Anche se molti di noi se ne faranno una ragione in brevissimo tempo, né ci perderanno il sonno, è un vero peccato che un club di Serie A rinunci agli impegni presi con ASD La Biellese e Comune di Biella preferendo rimanere a gestire “in casa”, al Filadelfia, la preparazione atletica in vista del prossimo campionato 2020/21.

Una retromarcia quantomeno inelegante, anche se il sindaco Claudio Corradino e il suo vice Giacomo Moscarola assicurano chi i rapporti con la franchigia del presidente Cairo sono rimasti buoni e “rilanciano” affermando che ci saranno, in futuro, altre occasioni di collaborazione…

Meritorio, da parte dell’Amministrazione comunale, il tentativo di portare il Toro a Biella. Da applaudire anche l’investimento fatto negli spogliatoi del Pozzo-Lamarmora per assecondare i desiderata della società torinese: si tratta, infatti, di migliorie che rimarranno a disposizione della collettività. Eureka!

Ma occorre fare anche qualche altro tipo di valutazione, a saldo di questa vicenda agostana non proprio edificante. In primis, forse non tutti sanno che portare in un dato luogo (nella fattispecie Biella) una società di Serie A ha un costo, che può variare dai quattro ai cinque zeri.

“L’operazione Toro”, chiamiamola così, si aggirava intorno agli 80mila euro. Soldi privati, si sono affrettati a far sapere da Palazzo Oropa. Ma sarà davvero così? E… in toto? C’è da tener presente che quest’anno, al netto dell’emergenza Covid, probabilmente le richieste dei club di Serie A si sono ridotte un pochino, ma è pur sempre vero che un club altolocato (almeno per blasone, se non quanto a recenti posizioni di classifica) porta con sé l’indotto del proprio brand.

Ed è proprio su questo che l’Amministrazione Corradino ha costruito le fondamenta “politiche” per avallare “l’operazione Toro”: si è parlato infatti di benefici e ricadute in termini di turismo e promozione del territorio. Siamo sicuri?

Proprio quest’anno che tifosi, appassionati e semplici curiosi non averebbero nemmeno potuto assistere (causa Covid) agli allenamenti di mister Giampaolo e dei suoi calciatori? Mah.

Alla fine di questa querelle, gli unici a rimanere col classico cerino in mano sono i titolari della struttura recettiva in cui calciatori e staff avrebbero alloggiato, ovvero il Relais Santo Stefano di Sandigliano.

Al contrario, se le cose fossero andate come tutti auspicavano, forse, sarebbero stati gli unici a guadagnarci davvero… Ma tant’è.

In buona sostanza, un’Amministrazione che durante l’emergenza Covid, dopo aver criticato in ogni occasione utile il Governo Conte, affermando che non mandava in città abbastanza soldi per fronteggiare il nemico invisibile, spende “solo” 32 mila euro di tasca propria per aiutare i cittadini biellesi, ma ne scialacqua 80mila per portare il Toro a Biella, esattamente, che problemi ha?

È andata come è andata. Comunque, è un vero peccato per gli appassionati biellesi di calcio che “Il Gallo” Belotti non venga a cantare in città.

 

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