“I giovani… verso il volontariato”, a Palazzo Boglietti la 9ª edizione della manifestazione organizzata dal Piccolo Fiore

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Tre testimonianze diverse, forti nei contenuti e nelle immagini proiettate. Pensieri e parole dal peso specifico importante che questa mattina, a Palazzo Boglietti, hanno saputo “rapire” i cuori e le menti di circa 260 ragazzi provenienti da tre diverse scuole cittadine (“Gae Aulenti”, “Bona” e IIS “Q. Sella”) e dal Liceo del Cossatese e Valle Strona.

Studenti dai 16 ai 18 anni che hanno saputo ascoltare, ridere, commuoversi e fare domande ai protagonisti delle storie che oggi hanno imparato conscere. Storie al limite, ma piene di messaggi: la speranza, la volontà, il dialogo, la forza d’animo. L’ottimismo di chi nonostante tutto e tutti riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Luca Barisonzi, Daniele Cassioli e Mamadou Sissoko sono riusciti a cristallizzare su di loro l’attenzione dei ragazzi e degli insegnati che li hanno accompagnati alla 9ª edizione della manifestazione dal titolo “I giovani… verso il volontariato”, organizzata da Massimo Ramella, presidente dell’Associazione Piccolo Fiore, e dai suoi collaboratori.

Luca Barisonzi, nasce a Gravellona Lomellina, in provincia di Pavia. Caporale degli alpini, vine ferito gravemente in Afghanistan dove si trova con i suoi commilitoni per una missione di pace. La prima diagnosi è di quelle che possono devastare: la paralisi quasi completa, “forse riuscirai a muovere solo le spalle e la testa”, gli dincono in ospedale. Ma lui, tra sé e sé pensa: “Un momento, adesso vediamo…”

Oggi Luca è ancora un militare dell’esercito italiano, anche se per ovvie ragioni svolge compiti differenti, sta seduto su una sedia a rotelle supertecnologica, si è sposato, è diventato papà e ha compiuto, con l’aiuto di un amico alpinista, un’impresa incredibile: è riuscito a raggiungere la Capanna Margherita (4.554 metri) sul Monte Rosa, il rifugio più alto d’Europa, dopo due anni di preparazione fisica e tecnica (per la realizzazione del mezzo che ha utilizzato durante la scalata).

“Non ho mai dubitato, nemmeno un istante, di farcela. E quando abbiamo scollinato per arrivare davanti al rifugio mi sono sentito vivo, libero”, ha raccontato ai ragazzi che pendevano letteralmente dalle sue labbra.

Daniele Cassioli vive a Gallarate, ha 32 anni, è cieco dalla nascita; è un ragazzo colto, istruito, sciolto, sfodera la sicurezza del consumato oratore, è dotato di una simpatia coinvolgente e la sua grande forza divulgativa sta nell’autoironia, nel saper giocare, ridere e fare ridere i ragazzi della sua disabilità. È un grande sportivo, plurimedagliato nello sci nautico, pratica anche lo sci sulla neve e ha iniziato da poco a cimentarsi nel calcio a 5 grazie all’invenzione del “pallone sonoro”. Sogna le paralimpiadi, “ma lo sci nautico non è specialità olimpica e la squadra di calcetto è ancora troppo scarsa. Chi lo sa…”

Oggi ha parlato anche del suo libro, “Il vento contro”, pubblicato da De Agostini Editore (15 euro). In meno di due anni Daniele ha incontrato quasi 20mila ragazzi in tutta Italia e ha fondato una sua Associazione “che – racconta – ha sede sulla mia pagina Instagram”.

Mamadou Sissoko è nato in Mali 31 anni fa. Figlio di famiglia numerosa decide di andare ad imparare un mestiere in Libia. Diventa un bravo piastrellista e proprio quando pensa di tornare nel suo Paese d’origine per insegnare ad altri ragazzi ciò che ha appreso, scoppia la guerra. Il generale Gheddafi viene ucciso e la Libia piomba nel caos. Mamadou non ha altra scelta che salire su un barcone della speranza con la prua rivolta verso l’Europa. Sbarca a Lampedusa, poi su una nave italiana raggiunge Genova con destinazione Torino, ma il capo profughi è pieno, così lui e altri ragazzi vengono accolti nel Biellese: a Muzzano, nella struttura salesiana, poi ha la fortuna di conoscere una famiglia che lo “adotta” e con la quale vive sei anni. “Sono un ragazzo fortunato – dice sorridendo – perché sono l’unico ad avere quattro genitori: due neri e due bianchi”. Esempio di integrazione possibile e felice (oggi vive da solo), Mamadou ha creato una squadra di calcio, “I Leoni di Biella”, tutta composta da ragazzi di colore.

Alla fine dell’incontro, c’è stato ancora tempo per qualche foto con gli immancabili selfie. E anche questo è indice di gradimento da parte dei nativi digitali.

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