I giovani nel Biellese. Istruzione, formazione e mercato del lavoro: gli input di OsservaBiella a cui la Fondazione CRB si ispirerà

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Si è concentrato sui giovani e sulle loro prospettive di lavoro e formazione l’approfondimento tematico 2022 di OsservaBiella – l’Osservatorio dei bisogni territoriali del Biellese. Il rapporto, redatto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Laboratorio dell’Università degli Studi di Milano Percorsi di secondo welfare è curato da Franca Maino e Celestina Valeria De Tommaso.

Un report articolato e molto ampio che ha messo una lente di ingrandimento sul mondo giovanile su cui hanno pesato in modo molto forte gli ultimi due anni tra pandemia e guerra generando un generale restringimento di orizzonti e occasioni formative oltre ai tanti correlati problemi.

Uno strumento utilissimo per gli attori del territorio che si occupano di questa fascia d’età e per la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che lo utilizzerà per progettare azioni future.

«I nostri giovani sono un patrimonio prezioso e a loro abbiamo scelto di dedicare un approfondimento specifico in modo da avere dati su cui ragionare per azioni concrete ed efficaci per aiutarli ad esprimere il proprio potenziale nello studio e nel lavoro – commenta il presidente Franco Ferraris -. La Fondazione infatti ha scelto di dedicare a loro il programma per i festeggiamenti del proprio trentennale con la redazione del documento Biella 2030 affidato a 30 giovani under 30 e questo report non solo consolida ulteriormente questa azione, ma è propedeutico per futuri interventi e bandi».

La sede della Fondazione Cassa Risparmio di Biella

Il grado di approfondimento del documento, che presenta dati attualissimi, si intuisce dalla mole di lavoro effettuato dalle ricercatrici di Secondo welfare:

«La ricerca si è avvalsa della realizzazione di 37 interviste con attori regionali e locali, operativi nel settore dell’occupazione, della formazione, dell’istruzione, della cultura e dell’associazionismo giovanile. Il report contiene dati quantitativi originali, locali e provinciali, attraverso cui siamo riusciti a “fotografare” il contesto dei giovani nel Biellese, a rilevare potenzialità e criticità territoriali e a identificare le possibili aree di intervento riguardanti le politiche giovanili a livello locale» commenta Valeria De Tommaso.

«L’analisi ha evidenziato che il target più fragile e maggiormente colpito dalle conseguenze del biennio pandemico è quello che si accinge a uscire, o lo ha già fatto, dalla rete scolastica. È in questa fascia, tra i 17 e i 19 anni e, a seguire, tra i 19 e i 24 anni, che si prendono le scelte decisive riguardanti la prosecuzione del percorso formativo non obbligatorio e l’inserimento in specifici settori del mercato del lavoro. La famiglia ha un ruolo cruciale nelle scelte dell’adolescente, sia indirettamente, in considerazione, ad esempio, delle aspettative riguardanti il percorso formativo dei figli, che direttamente, alla luce delle possibilità economiche di cui dispone, ma la sfida è attivare il sistema scolastico, il mercato del lavoro, il welfare locale e la comunità nel suo insieme e in modo coordinato e sinergico» aggiunge Franca Maino.

Entrambe le ricercatrici concordano sul fatto che il territorio del Biellese ha mostrato – già prima della pandemia – una grande iniziativa e volontà di investimento sui giovani e sulle aree di policy che li riguardano. Sono infatti numerose le progettualità avviate a livello provinciale e nell’alveo di iniziative regionali, un dato confortante al quale la Fondazione ha deciso di aggiungere uno speciale “booster” aprendo, in coincidenza con la presentazione del report, una call di coprogettazione territoriale specifica che porterà all’avvio di nuove iniziative per i giovani.

Per rispondere alle impegnative sfide poste dal contesto e alla necessità di incentivare la partecipazione attiva dei giovani la Fondazione farà proprie le indicazioni emerse dal documento e coinvolgerà in modo innovativo i giovani, in primo luogo, sulla creazione di azioni positive nelle seguenti aree:

  • promuovere interventi coordinati a supporto della salute e del benessere psico-fisico di ragazzi e ragazze;
  • prevenire l’aumento di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training: ovvero persone, soprattutto di giovane età, che non hanno né cercano un impiego e non frequentano una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale).

«La metodologia di ascolto territoriale sempre più capillare e approfondita avviata con OsservaBiella e collegata all’attività erogativa della Fondazione sta entrando in una fase più matura – commenta il segretario generale Andrea Quaregna -. Dopo l’avvio del percorso, infatti, la programmazione annuale delle attività dell’Ente si collegherà sempre più in modo puntuale e coerente con le aree di particolare interesse territoriale segnalate dai report dell’Osservatorio, come in questo caso specifico. Una nuova metodologia molto impegnativa per la struttura che ha collaborato alla pubblicazione del report e alla predisposizione del percorso di coprogettazione, ma che siamo certi darà frutti importanti permettendoci di essere sempre più efficaci».

I dati più significativi del report

Sul lato formazione:

  • La provincia di Biella – insieme a Torino, Alessandria e Novara – è caratterizzata dal numero più elevato degli iscritti ai licei (il 52,4%). Negli ultimi dieci anni scolastici, la diminuzione più elevata di studenti si è registrata negli Istituti Tecnici (-27,5%). Famiglie e studenti si rivolgono spesso a percorsi di studio più generalisti, piuttosto che scegliere ambiti di specializzazione troppo mirati. Il proseguimento nel percorso di studi è l’esito di una correlazione con diversi fattori, tra cui la condizione sociale, professionale e culturale dei genitori. Le aspettative dei genitori possono inoltre influire su tali scelte.
  • La pandemia da Covid-19 ha influito negativamente su questi processi, esacerbando situazioni di smarrimento, incertezza e depressione. I rendimenti scolastici in italiano e matematica hanno subito un grave colpo in tutte le province piemontesi. Nella Provincia di Biella, tale calo è significativo per i test di matematica: la Provincia di Biella è infatti terza in Piemonte – preceduta da Novara (17,7 punti percentuali) e Cuneo (15,6) – per l’intensità del calo delle performance in questa materia.
  • Le fragilità sono inoltre confermate dai dati ASL in riferimento al numero di utenti 0-17 anni e 15-34 anni che nel corso degli ultimi tre anni (2018-2021) sono stati presi in carico dal reparto di neuropsichiatria infantile e psichiatria, che dal numero di giovani – tra i 14 e i 25 anni – che, nell’ultimo anno, si sono rivolti allo Spazio Ascolto Adolescenti e Famiglie in Provincia di Biella. Dal 2018, il numero di accoglienze individuali è aumentato del 6% (da 87 a 92 accoglienze) nel 2019 per passare al 57% nel 2021 (144 accoglienze). Altri dati sintetici su formazione professionale e iscrizione ai corsi universitari a pagina 35 del report.

Il presidente della Fondazione CR Biella, Franco Ferraris

Sul lato mercato del lavoro:

  • La Provincia di Biella riporta un tasso di occupazione dei giovani dai 15 ai 24 anni al di sotto della media piemontese (21,2%): dal 2018 al 2021, il tasso di occupazione è aumentato per la fascia compresa tra i 15 e i 24 anni (dal 16,5% al 17,9%). Quanto ai giovani tra i 25 e i 34 anni, il tasso di occupazione si è ridotto (dal 77% al 75,4%), collocandosi tuttavia al di sopra della media regionale (73,5%).
  • Il tasso di disoccupazione giovanile è passato, per i giovani tra i 15 e i 24 anni, dal 43,1% nel 2018 al 10,1% nel 2020 sino al 22,3% nel 2021, al di sotto della media piemontese (23,4%). In riferimento ai giovani tra i 25 e i 34 anni, la variazione percentuale tra le due annualità (2019 e 2020) è la più alta tra le province piemontesi (dal 7,1% nel 2018 al 14,9 nel 2020 vs. il 10,5% in Piemonte). Tuttavia, il valore è tornato stabile nel 2021, raggiungendo il 9,4% (9,2% in Piemonte).
  • Il tasso di inattività dei giovani con un’età tra i 15 e i 24 anni è aumentato di cinque punti percentuali rispetto al 2018 (da 71% al 75,9%) e, al contrario, si è ridotto per i giovani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, passando dal 17,1% nel 2018 al 16,7% nel 2021. Il tasso di inattività per la coorte di giovani tra i 25 e i 34 anni si era ridotto drasticamente nel 2020, giungendo all’11,3%, il valore più basso del Piemonte.
  • Nel 2020, il dato relativo al decremento del numero di inattivi (25-34 anni) in provincia potrebbe aver influito positivamente sul tasso percentuale di NEET: quest’ultimo, infatti, ha subito un calo di circa 3 punti percentuali dal 2019 al 2020. Al contempo, è utile evidenziare un corrispettivo aumento di giovani (+17 punti percentuali rispetto al 2019) che, nel 2021, si sono rivolti ai Centri per l’Impiego per poter beneficiare delle iniziative di Garanzia Giovani.

Nel 2019, la maggiore difficoltà di reperimento di forza lavoro era espressa nell’indirizzo meccanico per i qualificati (40%), del tessile per i diplomati (41%) e di ingegneria per i laureati (58%). Quanto al settore tessile, il territorio del Biellese esprime un chiaro fabbisogno di professionalità esperte nell’ambito, con specifiche competenze – a vario titolo – nella lavorazione della fibra tessile che non coincidono, nello specifico, con quelle relative al design, alla moda, all’abbigliamento.

Anche in riferimento ai percorsi universitari, la difficoltà di reperimento di laureati in ingegneria si salda ad un forte calo – negli ultimi dieci anni – degli iscritti a tale corso di laurea (-63%). Nel 2020, è aumentata la richiesta di figure addette al commercio all’ingrosso e/o al dettaglio. Si sottolinea, a tal proposito, che l’Istituto Tecnico Commerciale accoglie il solo 3,8% degli studenti e delle studentesse biellesi. Inoltre, l’indirizzo in servizi commerciali previsto dagli Istituti Professionale per il Commercio e per il Turismo in Provincia di Biella è decaduto. In generale, il 45% delle aziende dichiara di avere difficoltà a reperire giovani.

c.s.

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