Di propaganda e pandemia. Al comico #STOP coprifuoco! del sindaco Corradino risponde Luigi Apicella con una lettera aperta

0

Mentre il sindaco Claudio Corradino compare sul suo profilo Facebook con in mano un cartello inneggiante all’abolizione del coprifuoco (#STOP Coprifuoco! vada a dirlo al suo dante causa politico, il #semprepessimo Salvini, che ha votato a favore della limitazione di movimento dopo le 22 giusto qualche giorno fa), a Biella piove.

Incredibile! E a fine aprile, poi! Succede praticamente ogni anno, eccetto lo scorso, perché c’era il lockdown e – si sa – la sfiga è sempre ipermetrope. Patetica, la sceneggiata del primo cittadino. #STOP Coprifuoco! in realtà è persino irritante. Sa proprio di presa per i fondelli. Sì, perché parliamo dello stesso primo cittadino (e della sua conventicola) che all’incirca una settimana fa inondava i giornali al soldo del Carroccio locale con la solita propaganda: allora si brindava alle riaperture… all’aperto. Ad aprile! La panacea contro la crisi economica da coronavirus ha un nome e un cognome: Dehors DEHORS.

Come se Biella fosse sullo stesso parallelo di Crotone, Siracusa o di Pantelleria (buono l’amaro di Oropa, neh, ma il passito è tutt’altra musica). Quindi, la solita, infinita teoria di bla bla bla, parole in libertà. Peccato che non ci sia più il maestro Gianni Rodari. Chissà quante storie, filastrocche e poesie avrebbe inventato prendendo spunto dalle baggianate leghiste!?!?

Sta di fatto, che la risposta a Corradino e a tutti quelli come lui arriva direttamente da chi nella ristorazione ci lavora da oltre quarant’anni. Non proprio l’altro ieri. Ecco di seguito una lettera aperta firmata da Luigi Apicella, titolare della pizzeria “La Lucciola” e vice presidente di ASCOM Biella.

“D’aprile non puoi riaprire…”. Questa la “filastrocca” che dovrebbero imparare i nostri politici che hanno festeggiato il tanto sospirato ritorno in zona gialla dello scorso 26 aprile. Ovviamente si fa un gran parlare di coprifuoco, peccato che nessuno si soffermi sul fatto che da lunedì scorso nel campo della ristorazione regni in realtà un gran caos.

Zona gialla è oggi sinonimo di “falsa apertura”: ​ per chi non ha i dehors all’aperto non cambia assolutamente nulla, la maggior parte dei ristoratori restano chiusi come prima valendo per loro solo la regola dell’asporto e del domicilio.

Mentre ricordo che nella zona gialla precedente, si poteva esercitare il proprio lavoro anche a mezzogiorno, anche all’interno dei locali nel rispetto delle regole/protocolli di sicurezza. È quest’ultimo aspetto il vero nodo della questione, non le battaglie politiche di retroguardia o le fiaccolate in piazza contro il coprifuoco fissato alle 22.

A parte il fatto che anche su questo “fronte serale” non ci sono evidenze scientifiche di nessun tipo in grado di supportare la natura di un provvedimento senza alcun senso, che ha una valenza solo ed esclusivamente politica ed ideologica. Infatti, al riguardo, il professor e virologo Matteo Bassetti ha una volta di più ribadito che forse bisognerebbe spostare il coprifuoco alla mezzanotte, proprio per evitare il “fuggi fuggi” generale allo scoccare delle 22.

Poi, anche per chi ha la possibilità di avere i dehors come si fa a prevedere di aprire a pranzo e cena solo all’aperto in Nord Italia, quando appare chiaro a tutti che le temperature sono ancora troppo rigide per prevedere una continuità del servizio? Appare chiaro a tutti che questa “falsa apertura” oltre ad essere solo ed esclusivamente un fatto di rapporti di forza all’interno della maggioranza di governo, è l’ennesima presa in giro per le tante aziende/famiglie/imprese che con questo escamotage si ritroveranno privati anche delle poche briciole di ristori ricevuti, se mai ricevuti…

Si prospetta davvero un bel primo maggio, festa dei lavoratori. Nel senso che per intere categorie di partite IVA, imprenditori, ristoratori la festa è ancora una volta quella degli altri.

Luigi Apicellla

Condividi:

Commenti chiusi