“Credere, disobbedire, combattere”. La pandemia cambia i paradigmi della destra: patrioti FdI con #IOAPRO e contro la “variante vampiro”

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Settantacinque anni e una pandemia per cambiare paradigma. Non male. Da “credere, obbedire, combattere” a “credere, DISOBBEDIRE, combattere”. Una ventata di novità, la trasgressione di destra. Ci voleva, dopo tre quarti di secolo, una sterzata. Un cambio (parziale) di rotta. I paladini della giustizia, della legalità e dello stato di diritto, finalmente, cambiano sponda (ogni riferimento al Ddl Zan è puramente casuale). D’altro canto, loro erano quelli che all’arrivo del coronavirus volevano distribuire aiuti a pioggia, direttamente sui conti correnti… Mah.

Oggi Fratelli d’Italia sta con i disobbedienti di #IOAPRO. Visto che Salvini non può farlo, perché intruppato nell’ammucchiata di governo, loro ci si buttano “a volo d’angelo”. Non aspettavano altro. Apprendiamo da Eco di Biella, in edicola stamattina, che lo stato maggiore biellese dei Fratellini di Giorgia, una sorta di triumvirato spurio, dal momento che includeva anche Elena Chiorino (gli altri due, nemmeno da dire, erano l’onorevole Andrea Delmastro e l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Biella, Davide Eugenio Zappalà), si è prodigato, nella giornata di sabato primo maggio, in un tour di “sostegno all’illegalità”.

Una pacca sulla spalla di qua, due frasucce di circostanza di là; demagogia quanto basta e uno spruzzo di propaganda. Ecco servita la classica, stantia, ricetta della destra italiana. Direttamente da MasterChef del disagio politico.

Non poteva mancare ovviamente anche il solito sproloquio (o soliloquio) dell’onorevole figlio d’arte in favore di microfono, dopo i silenzi e gl’imbarazzi del 25 aprile. “Il Primo Maggio è una giornata di lutto perché questo governo ha chiuso per decreto intere filiere produttive, prive di qualsivoglia paracadute sociale. Gli irresponsabili stanno al governo. […] I monatti o gli untori non sono i ristoratori o tutti quei commercianti che già da tempo si sono adeguati ai protocolli di sicurezza, ma coloro che, al governo, da più di un anno dall’insorgenza della pandemia non sono ancora riusciti ad organizzare scuola, trasporti, sanità a dimensione di pandemia”.

E poi i soliti bla bla bla su “ripartenza”, “linea chiusurista”, “ideologia” (quando usano questo termine riferito ad altri l’unica reazione possibile è rotolarsi per terra dalle risate), “coprifuoco e libertà di circolazione”, “dubbia legittimità costituzionale”. La conclusione è degna delle migliori puntate di “Zelig”, che obiettivamente, mai come oggi, ci manca davvero tanto: “…a meno che non esista per davvero la ‘variante vampiro’ che aggredisce dalle 22 in avanti e non ce l’hanno ancora detto”.

Ora, noi non sappiamo se la reprimenda dell’onorevole Delmastro sia stata pronunciata sputacchiando (e con quale potenza di decibel) o sia stata vergata col sangue e inviata ai media compiacenti (a noi di certo non arrivano), ma si commenta da sola.

La cosa più triste è che tre rappresentanti delle Istituzioni, un onorevole, un assessore regionale e un assessore comunale si siano dedicati bellamente e impunemente al proselitismo di strada (da Biella a Candelo, Cossato, Cerrione, Gaglianico, Mongrando, Ponderano, Rosazza in quanto feudo di famiglia, Sandigliano e Valdilana) diventando de facto fiancheggiatori di chi si pone frontalmente contro “il sistema”.

Intendiamoci, siamo anche noi dalla parte dei lavoratori che non possono esercitare in condizioni decenti la propria attività, ma è altrettanto evidente come la protesta di pochi rischi di andare a detrimento di tanti. Esercitare il dissenso è un diritto. Trasgredire no. E come sempre, a fronte di pochi che trasgrediscono, ci sono tanti che dissentono restando nell’alveo della correttezza e del rispetto di tutti.

Correttezza e rispetto che non appartengono a talune “dottrine” e dizionari. Peraltro, a proposito di coprifuoco, vorremmo far sapere ai Fratellini #patrioti che a Parigi, Francia, pianta terra, a poche centinaia di chilometri dal patrio confine, le restrizioni alla libera circolazione delle persone scattano alle 18.

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