Covid-19/Fase 2. “Piove governo ladro…”, ma perché (quasi) nessuno dice che le banche non danno i soldi agli italiani?

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“Perché non sopportiamo più i politici? Perché ci rubano i soldi. E allora perché non odiamo gli economisti e i finanzieri? Semplice, perché non abbiamo ancora capito quanti soldi ci fregano. E perché non l’abbiamo capito? Facile, perché non ce lo raccontano. Perché il sistema bancario mantiene mantiene tutti. Dai giornali alla politica. Quindi il corpo del reato non lo vediamo mai.” (Gianluigi Paragone, GangBank, Piemme, 2017)

Poi dicono che uno s’arrabbia. E certo che s’arrabbia, anzi, s’incazza proprio. Nel corso della fase 1, tutti a lamentarsi all’indirizzo del governo Conte. Fanno solo chiacchiere, sono lenti, servono misure più importanti, più soldi… Ma il Mes non lo vogliamo, per carità, ci svendiamo alla Troika… E gli eurobond? Beh, quelli sì. Anzi no. Forse…

Fase 2. Idem con patate. Il governo è lento, non dà informazioni univoche, troppa confusione, un giorno dice bianco il giorno dopo nero nero. Governatori che tentano fughe in avanti che nemmeno Fausto Coppi sullo Stelvio. Eh, ma l’Europa…

Quando le cose sono state fatte, le misure adottate… Eh, ma c’è troppa burocrazia. Ok, sburocratizziamo, dicono (e cercano di fare) da Roma. Anche da Torino, per la verità. Anzi, qui, nell’algida capitale sabauda, la Regione Piemonte ha creato un delega ad hoc.

Poi ci sono le banche
Quell’odioso “cartello legalizzato” (ma non si può dire, anche perché i cartelli sarebbero vietati per legge, neh!) che in questo dannato Paese si è pasciuto per decenni sulla pelle della (povera) gente talmente bene da diventare uno dei sistemi più solidi e perfidi al mondo.

Sta di fatto che alla fine della scorsa settimana sono arrivati all’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta i risultati di un questionario inviato alle banche dalla commissione stessa non più tardi di una decina di giorni fa per monitorare le richieste/concessioni su presti e mutui a sostegno delle PMI e delle famiglie.

Premesso che BNL e Banca Generali non si sono nemmeno degnate di rispondere (vedere alla solita voce “Il marchese del Grillo”…), i dati forniti dagli istituti di credito del Belpaese sono letteralmente sconfortanti.

A fronte di una garanzia pari al 100% da parte dello Stato (l’attuale rating per l’Italia per S&Poor’s è BBB, e per Moody’s Baa3), quasi un imprenditore su due che hanno fatto richiesta di denaro fino al limite di 25mila euro si è visto negare il prestito. Detta con i numeri, che forse sono più chiari: a fronte di 544.411 domande, quelle accolte ed evase sono state 287.590 (ovvero il 52.8%). La maglia nera spetta di diritto ad Intesa San Paolo, quella – per capirci – a cui FCA chiede “solo” 6.3 MILIARDI di euro. Il gruppo bancario torinese ha accettato solo una richiesta su tre.

I prestiti fino ad 800mila euro sono garantiti all’80% dallo Stato. Ma a chi ha osato chiederli è andata ancora peggio. In questo caso, a fronte di 47.593 domande, sono 11.663 quelle accolte, cioè il 24,5%.

E menomale che dovevano bastare tre giorni per l’erogazione, dopo la compilazione della domanda e la presentazione di un’autocertificazione. Sì, certo, come no…

Su questi pilastri si basava buona parte delle misure messe in campo dal governo Conte per immettere liquidità nelle casse delle PMI danneggiate dal lockdown dovuto al SARS-Cov-2. Misure importanti, mai prese dal dopoguerra ai giorni nostri. E mentre le destre inscenavano i soliti piagnistei da prefiche inconsolabili, sono state le banche (tanto per cambiare…) a sabotare, da un lato, il piano dell’esecutivo, e dall’altro, il sistema-Italia.

MA, OVVIAMENTE, NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRLO.

Non è finita. Manca ancora il dolente capitolo intitolato “Moratoria sui mutui per l’acquisto della prima casa”, misura a sostegno delle famiglie italiane, già impaurite, frustrate e angosciate, nonché costrette agli “arresti domiciliari” a causa della pandemia. Attenzione, in questo caso, a fronte di 114.264 domande di sospensione dei pagamenti, ne sono state accettate solo 63.225 (il 53.3%).

E sapete perché, care lettrici e cari lettori? Perché se una famiglia faceva fatica ad onorare le scadenze del piano di ammortamento già prima del Covid-19, le pessime banche italiane hanno risposto a queste stesse famiglie con il più classico dei messaggi da rappresaglia nazicapitalista: “Attaccatevi al tram”…

Il fatto che viviamo in un Paese meraviglioso, come recita tanta cartellonistica lungo la nostra rete autostradale da Nord a Sud e da Ovest a Est, è stato reso plasticamente dall’attuale presidente dell’ABI (che a sentirlo parlare per televisione sembra anche persona retta e corretta), Antonio Patuelli.

IPSE DIXIT
Il numero uno dei banchieri, in data 22 maggio scorso, spiegava con verginale candore che “l’80% delle domande pervenute alle banche è stato accolto, il 19% è in corso di esame e solamente l’1% è stato rigettato”.  Peccato che il buon presidente del cartello GangBank abbia affermato il FALSO.

Qual è il succo del discorso? Tutti bravi a sparare su Conte, sul governo, sulla maggioranza giallorosa, sull’Europa e su chiunque arrivi a tiro, ma nessuno che abbia gli attributi per caricare il bazooka e sparare sulle banche.

Chissà se dalle parti di Montecitorio e Palazzo Madama qualche illuminato parlamentare del centrodestra (ma anche della maggioranza, ci mancherebbe!) troverà il tempo per vergare poche accorate righe e censurare il vergognoso (l’ennesimo) comportamento, in questo preciso momento storico, da parte di chi, invece di dare una mano (credito) alle PMI e alle famiglie italiane preferisce nascondere i soldi non sotto il materasso ma all’interno dei suoi stramaledetti caveau superblindati.

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