Contro la discarica d’amianto al Brianco interpellanza al MiTE dalla deputata torinese Costanzo: la Caporetto della politica biellese

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Acclarato il vergognoso e assordante silenzio della politica biellese (solo l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina si è apertamente schierata contro il progetto, mentre gli altri hanno fatto solo chiacchiere, quando le hanno fatte), si dovuta fare carico del problema discarica d’amianto al Brianco di Salussola una deputata torinese eletta alla Camera con il M5S ma oggi iscritta al gruppo misto “L’Alternativa C’è”.

Mentre Provincia di Biella e ASL Bi, nel corso della conferenza di servizi che si è svolta lunedì scorso, 21 giugno, hanno dato pare favorevole al progetto, l’onorevole Jessica Costanzo ha presentato un’interpellanza al MiTE (Ministero della Transizione Ecologica) per segnalare il rischio che il Biellese sta correndo per mano di un privato senza il minimo scrupolo e di una politica locale totalmente incapace di opporsi, facendo fronte comune per il bene del territorio.

“Acqua & Sole srl, una società privata lombarda, ha proposto anni fa il suo progetto per costruire la discarica di amianto a Salussola Brianco, nonostante evidenze scientifiche abbiano dimostrato la pericolosità per la popolazione locale di un simile intervento – scrive la Costanzo -. Mi riferisco in particolare al fatto che l’impianto si collocherebbe su un’area indicata dalla Regione Piemonte come zona di ricarica di falda degli acquiferi profondi, utilizzati per il consumo umano. Per questo ho depositato un’interpellanza al Mite: tra le proposte inviate dalla giunta Cirio al governo per chiedere i fondi europei del Recovery Plan da destinare alla Regione Piemonte c’è anche quella di realizzare la discarica di amianto a Brianco”.
“Oltre alle problematiche di salute pubblica – continua la deputata ex M5S -, la discarica impatterebbe poi su un suolo agricolo di pregio come le risaie che producono il Dop della Baraggia biellese e vercellese, un’area che il Piano regionale di tutela delle acque indica come zona di ricarica di falda degli acquiferi profondi. È quindi doveroso informare il Ministero e chiedergli una valutazione più approfondita del progetto, ascoltando esperti e riaprendo il dibattito con la Regione Piemonte”.
Ancora una volta, la politica locale (a tutti i livelli, cominciando da quello regionale) ha dato prova della sua “insostenibile leggerezza…”
Semplicemente pazzesco.

 

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