Un libro per tramandare alla posterità la storia del Liceo “Amedeo Avogadro”, dalle origini (alla fine della Seconda guerra mondiale) ai giorni nostri, quelli del Covid. Un progetto che ha lo scopo di mettere nero su bianco i momenti salienti della vita di un’istituzione scolastica tanto cara a Biella e ai biellesi. Sono ormai decine di migliaia gli studenti che da adolescenti sono diventati uomini e donne tra i banchi e i corridoi della scuola superiore di via Galimberti.
Già da diversi anni, poi, il plesso principale è stato affiancato da alcune succursali. Nuove aule aperte per avviare percorsi di studio più moderni, al passo con i tempi che cambiano, oltre al tradizionale Liceo Scientifico. In questo modo, l’offerta formativa è diventata sempre più ampia e appetibile, tanto da far diventare “l’Avogadro” una delle Secondarie di secondo grado più frequentate della provincia laniera.
Ecco perché la dirigenza scolastica ha sentito la necessità di mettere un punto fermo, iniziando a raccontare la storia di un istituto che ha fatto “maturare” tantissimi biellesi. Saranno proprio questi ultimi, peraltro, a contribuire alla stesura del testo. Nei giorni scorsi, infatti, nonostante il difficile momento pandemico che stiamo ancora attraversando, il dirigente Dino Gentile e i suoi collaboratori hanno inviato una “call for papers” ad ex studenti ed ad ex docenti ormai in pensione.
Per call for papers si intende un invito, diffuso solitamente via internet, rivolto ad un certo gruppo di persone affinché queste possano contribuire alla realizzazione di un dato progetto, inviando i propri scritti. In questo caso si tratta di aneddoti e ricordi che vanno a comporre un mosaico fatto di giorni, mesi e anni. Di ansie, speranze, gioie e, a volte, di qualche delusione.
In ogni caso, un pezzo di strada nella vita di tanti biellesi. Un pezzo di strada che sarebbe un peccato se andasse perso.