Biella. Ristorazione e somministrazione: le riaperture del 26 aprile scontentano tutti

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Le riaperture solo all’aperto concesse dall’esecutivo Draghi al comparto della ristorazione e della somministrazione a partire dal 26 aprile non soddisfano quasi nessuno. Soprattutto se per fare accomodare i clienti all’interno dei locali si dovrà attendere addirittura fino all’inizio di giugno.

Nel Biellese i dubbi degli operatori sono davvero tanti, anche in considerazione dall’imprescindibile variabile rappresentata dal meteo (a Biella giusto oggi pomeriggio ne abbiamo avuto un primo, abbondante assaggio), che tra fine aprile e buona parte di maggio è considerato dalla maggior parte degli addetti ai lavori troppo ballerino.

Dehors e spazi all’aperto, per chi li ha, rischiano di rimanere semi deserti e, in ogni caso, pensare di servire una cena in un locale esterno, ancorché riscaldato, è pura follia. Viste da questa prospettiva, le famose riaperture di lunedì prossimo sembrano quasi una presa in giro. Un provvedimento che invece di placare i malumori rischia solo di gettare altra benzina sul fuoco del disagio. Anche perché – diciamocelo – non è la stessa cosa bere un caffè seduti al tavolino di un bar e consumare, sempre all’aperto, un intero pranzo o una cena.

«Questo provvedimento non cambia assolutamente le carte in tavola – afferma con delusione Michele Orsalla, presidente Fiepet all’interno di Confesercenti del Biellese e titolare dell’Alchimista Café -. La situazione resta pesante, anzi, si percepisce quasi uno sfottò. I numeri ci dicono già che oltre il 50% delle attività non percepirà nessun tipo di beneficio da queste riaperture, piuttosto qualcuno, per motivi d’immagine, si sentirà costretto a riaprire allargando la ferita, invece che suturandola. In definitiva, a mio avviso questo nuovo provvedimento adottato dal governo sembra vada più nella direzione delle persone, che giustamente hanno un gran voglia di uscire, invece di sostenere concretamente dal punto di vista economico la nostra categoria, che ormai è al collasso».

Dagli uffici di Confesercenti del Biellese, considerazioni non dissimili: «Dopo 14 mesi, è davvero dura portare ancora pazienza – commenta Lorella Bianchetto Buccia, direttore dell’Associazione di categoria -. Questo nuovo governo non ha la più pallida idea di cosa sia la semplificazione. La bozza del nuovo DL che sta girando è letteralmente incomprensibile. Inoltre, e la cosa è scandalosa, si è criticato tanto il governo Conte per le decisioni prese la sera per il mattino successivo, ma oggi è mercoledì pomeriggio e noi non siamo ancora in grado di dare ai nostri associati informazioni certe su cosa succederà a partire da lunedì prossimo. Nulla di scritto nero su bianco, se non la bozza di provvedimento a cui facevo riferimento prima. Davvero troppo poco».

 «È tutto un controsenso, ma dopo 14 mesi così siamo tutti rassegnati, non abbiamo più la forza di arrabbiarci e di reagire – dichiara amareggiato Luigi Apicella, vice presidente vicario Ascom e titolare della pizzeria La Lucciola -. I nostri governanti dimostrano di non sapere cosa voglia dire avere una piccola attività, gestire dei dipendenti. Non conoscono la geografia, non conoscono le particolarità dei diversi territori. Con quale coraggio si può pensare di usufruire dello spazio all’aperto ad aprile in zone di montagna come Oropa, ma anche in città, a Biella?. E se viene a piovere cosa facciamo? Diciamo ai clienti di tornarsene a casa? Se questo è un modo per scaricare su di noi il problema, un modo per dire “ti diamo questa possibilità ma tu non chiedermi più nulla, né ristori né altro, paga quello che devi e arrangiati”, beh allora tutto ciò ha un senso, ma non fa altro che esasperarci ulteriormente».

«Evidentemente – continua Apicella -, a Roma non avevano né la forza né la capacità per dire: “Ragazzi, i contagi sono ancora alti, non possiamo permetterci di riaprire in queste condizioni”. Sarebbe stato molto più corretto nei confronti della nostra categoria, perché in questo modo, se non dovessero apportare modifiche sensate al provvedimento che gira in bozza, non salvano proprio nulla e nessuno. Prima, in zona gialla, si dava la possibilità ai clienti almeno di pranzare all’interno, ora invece posso tenere aperto sia a pranzo che a cena ma solo fuori, e poi però si mantiene il coprifuoco alle 22. Assurdo».

Una cosa che proprio non va giù allo storico titolare della pizzeria di fronte alla stazione “San Paolo” è il trionfalismo dell’Amministrazione cittadina: «I toni trionfalistici del sindaco di Biella dimostrano una volta di più di come le ragioni della propaganda di partito siano più forti del buon senso. Affermare testualmente  “a Biella come in altre mille comuni a guida Lega, CONTINUEREMO (dice proprio così!) ad offrire un aiuto concreto alle attività di ristorazione…”. In attesa di capire a cosa si riferisca il buon Corradino, voglio dirgli che aprire il prossimo 26 aprile solo all’aperto, rimandando le aperture all’interno dei locali a data da destinarsi (1 giugno?), significa condannare definitivamente al fallimento oltre il 46% delle attività interessate, perché sprovviste di dehors e spazi all’aperto».

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