Biella. On. Patelli vs. Vescovo Roberto Farinella: a metà strada tra il trash mistico e il fallo di frustrazione

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Un’entrata col piede a martello, a metà strada tra il trash mistico e il fallo di frustrazione. La delirante polemica sollevata dall’ineffabile Cristina Patelli nei confronti del vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella, supera (per distacco) gli spazi siderali della “surrealtà” precipitando, poco dopo, negli inferi del ridicolo.

Quanto al trash mistico, consigliamo all’onorevole leghista di registrare il copyright, magari riesce a tirare su due soldini, che non fanno mai schifo. Il fallo di frustrazione è una metafora sportiva, come l’entrata col piede a martello. Nel calcio e nel basket succede che quando un giocatore (tipicamente un difensore) venga superato (e talvolta ridicolizzato) dall’avversario, commetta appunto il cosiddetto fallo di frustrazione: in poche parole, “ok, ciccio, mi hai superato. Io però ti stendo, e magari ti faccio pure male”.

Nella fattispecie, la meravigliosa Patelli riesce a fare tutto da sola!

Addentrandosi nei perigliosi e sconfinati territori della semantica, a lei evidentemente pure ignoti, è riuscita a superarsi, e a stendersi. Un’altra che, come il suo dante causa, il #semprepessimo Salvini, non ci prende proprio mai.

Ora, dal momento che non se la fila di striscio praticamente nessuno (se non “la stampa” a libro paga), cosa c’è di meglio per ottenere due minuti di pseudo-notorietà che censurare, a causa d’insopportabile sbigottimento, il povero Vescovo Roberto per aver pronunciato impunemente nel corso di un’omelia “Madonna Bruna” invece che “Nera”?

Come ha potuto Monsignor Farinella proferire parole tanto oltraggiose e insolenti all’indirizzo della Vergine di Oropa? Blasfemia! Eresia! Scomunica ipso facto! Quanto al rogo, non abbiamo notizie certe ma forse qualcuno stava già accatastando la legna.

Fermi tutti! Nemmeno per sogno, la storiografia più accreditata ha utilizzato svariate volte l’aggettivo “Bruna” al posto di “Nera”. Un diretto in pieno volto s’insinua, fa breccia nella guardia alta della Patelli, che barcolla, indietreggia e alla fine stramazza al tappeto.

Il match si chiude con l’arbitro che alza al cielo le braccia del Vescovo Farinella. Lui, serafico, occhi all’insù, sorrisetto beffardo, ringrazia l’Altissimo! E a denti stretti, sottovoce, inizia a recitare una giubilante Ave Maria.

Vette insuperabili, che sottolineano plasticamente la cifra umana e culturale, ancor prima che politica (e su quella, peraltro, ci era già tutto molto chiaro da tempo immemore), dell’onorevole biellese. Orgoglio e vanto, per il nostro territorio, averla spedita quasi per acclamazione a Montecitorio.

A questo punto, ci si chiede se l’uscita della Patelli sia tutta farina del suo sacco, un sacco tristemente vuoto, o se sia solo un effetto collaterale, a lungo termine, dell’ingestione di acque contaminate sulla piana di Pontida. Anche perché non ci risulta che la parlamentare laniera si sia già sottoposta al vaccino anti Covid…

Non sappiamo se possa essere o meno consolatorio il fatto che cadere più in basso di così sia impresa davvero ardua, perché – ahinoi! – certi personaggi non finiscono mai di stupire.

NEVER SAY NEVER AGAYN.

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